Papa Francesco, domenica 16 ottobre, ha celebrato a piazza San Pietro la messa di canonizzazione di sette nuovi santi. Il laico messicano Giuseppe Sanchez del Rio, (1913-1928) martire a 14 anni durante la rivolta "cristeros", quando una parte della popolazione cattolica del Messico tra il 1926 e il 1929 insorse contro il governo anticlericale di Plutarco Elias Calles.

Il sacerdote argentino Giuseppe Gabriele del Rosario Brochero (1840-1914), soprannominato il prete "gaucho", perché come questi si spostava per chilometri sul dorso di una mula per raggiungere i luoghi più sperduti e portare la parola di Dio.

Il religioso lasalliano Salomone Leclercq (1745-1792), massacrato a colpi di spada insieme ad altri 166 sacerdoti arrestati e rinchiusi nel convento dei Carmelitani di Parigi durante la Rivoluzione francese.

Il vescovo spagnolo di Palencia, Manuel Gonzalez Garcia (1877-1940), conosciuto anche come "Vescovo del Tabernacolo abbandonato",fondatore dell'Unione Eucaristica Riparatrice e della Congregazione delle Suore Missionarie Eucaristiche di Nazareth; la monaca francese dell’Ordine dei Carmelitani scalzi, suor Elisabetta della Santissima Trinità, al secolo Elisabetta Catez (1880-1906).

Anche due italiani tra i nuovi santi

I due italiani sono il sacerdote bresciano Lodovico Pavoni (1784-1849), fondatore della Congregazione dei Figli di Maria Immacolata, e il sacerdote salernitano Alfonso Maria Fusco (1839-1910), fondatore della Congregazione delle Suore di San Giovanni Battista (le Battistine).

Quest’ultimo, nato ad Angri, in provincia di Salerno, dedicò tutta la sua esistenza all’educazione dei bambini e dei giovani della sua città. Un impegno sociale a 360 gradi che lo accomuna alle figure di San Giovanni Bosco e Bartolo Longo.

Da oggi, quindi, la Chiesa cattolica ha altri sette nuovi santi. Ma quanti sono in tutto?

L’elenco ufficiale dei santi e beati si trova nel Martyrologium Romanum, il libro che costituisce la base del calendario liturgico. Fino al 2001 ne contava quasi 10mila. Dall’ultima edizione, nel 2001, sono stati esclusi quelli di cui non esistono notizie storiche certe, per cui ne sono rimasti 6.538.

Chiude la "Fabbrica dei Santi"

A sostituire un buon numero di esclusi ci ha pensato papa Wojtyla. In 25 anni di pontificato, ha innalzato all’onore degli altari 1.338 beati e 482 santi. Una cifra sproporzionata. Basti pensare che dal 1558, anno in cui Sisto V stabilì nuove regole per i processi di canonizzazione, all’avvento al soglio pontificio di Giovanni Paolo II, furono canonizzati appena 302 santi.

Nonostante le migliori intenzioni che spinsero il papa polacco ad adottare questa politica pastorale, dalla proliferazione che ne seguì ricevette un enorme impulso la cosiddetta "Fabbrica dei santi", un giro d’affari enorme costituito da faccendieri senza scrupoli e da un numero considerevole di complici.

Papa Francesco, per porre fine a questo mercimonio, con un "Rescritto" del 10 marzo 2016 ha abrogato le norme che avevano permesso lo straripamento di santificazioni nel pontificato di papa Wojtyla, disciplinando una materia che aveva perso ogni controllo economico. I dati che gli hanno permesso di intervenire con la sua abituale fermezza gli sono arrivati da una commissione "ad hoc" costituita quando, appena insediatosi, percepì il forte odore di marcio. Ma forse un aiutino, non richiesto, è arrivato anche dallo scandalo "Vatileaks 2" e dalle pubblicazioni di Fittipaldi e Nuzzi, che hanno messo in piazza dei nomi che qualcuno sarebbe riuscito ad affossare.