La squadra mobile di Trapani, coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Palermo, questa notte ha dato il via all’operazione denominata "Ermes 2", che ha portato al sequestro di tre società controllate da cosa nostra e all’esecuzione di 11 misure cautelari. Il burattinaio delle società e degli uomini arrestati è, secondo le indagini, il boss latitante Matteo Messina Denaro che sembra non aver perso un colpo durante i ventitré anni di latitanza.

"U siccu", così nominato nell’ambiente, attraverso le società avrebbe infatti continuato a condizionare gli appalti in tutto il trapanese.

Le indagini, che hanno visto il coinvolgimento di circa settanta uomini della Polizia di Stato di Palermo, Trapani, Castelvetrano e Mazara del Vallo, hanno inoltre confermato la stretta cooperazione tra il clan mafioso che controlla Mazara del Vallo, guidato da Vito Gondola, e il clan mafioso di Castelvetrano indirettamente retto dallo stesso Messina Denaro. Tra i due clan ci sarebbe stata una spartizione degli appalti basata sulla “trasparenza”, termine usato anche da Lorenzo Cimarosa, cugino del boss e ormai collaboratore di giustizia, e apparentemente nuovo caposaldo mafioso.

In particolar modo la “trasparenza” era stata invocata per i lavori del parco eolico “Vento di vino” di cui gli appalti erano stati poi suddivisi equamente.

Tra gli uomini arrestati questa notte ci sarebbero anche Carlo e Giuseppe Loretta, persone insospettabili diventati ambasciatori del clan di Mazara del Vallo. Questi ultimi, oltre ad essersi aggiudicati parte dei lavori per il parco eolico, erano riusciti a gestire anche un subappalto per i lavori che la Cmc di Ravenna stava facendo all’ospedale Abele Ajello di Mazara del Vallo.

Quest’ultimo subappalto era stato poi sospeso per intervento della Prefettura. Le indagini, coordinate dai pm Paolo Guido, Carlo Marzella, Gianluca di Leo e dalla procuratrice aggiunta Teresa Principato, hanno portato anche all’arresto di Epifanio Agate, figlio di un seguace di Riina e Provenzano, che era impegnato nella gestione di società che si occupavano di spaccio ittico. Continueranno ancora le indagini che pian piano stanno portando alla luce i nomi e i ruoli di società e imprese coinvolte del business mafioso.