I danni subiti dalla città di Hatra in iraq, sono di lieve entità e la città è salva, è quanto ha dichiarato il membro della Missione Archeologica Italiana ad Hatra, Enrico Foietta, il cui gruppo dal 1987 al 2003, ha partecipato agli scavi e alla catalogazione dei reperti dell'antico sito archeologico iracheno. Due anni fa, circa il 15 marzo 2015, l'Isis aveva pubblicato un video che mostrava alcuni miliziani intenzionati a distruggere le decorazioni architettoniche dei principali templi dedicati ai Grandi Iwan, dopodiché non vi sono più giunte notizie a tal proposito.

Gli archeologi italiani erano convinti che ormai il sito fosse distrutto e invece con grande stupore, dopo la riconquista della città dedicata al Dio Sole il 26 aprile 2017 da parte di milizie sciite filo-irachene e, la successiva diffusione delle immagini sul social Hashid al Shàbi, hanno appreso che c'è ancora speranza per l'antica città di Hatra. Tre anni di assedio della forze islamiche nella città non l'hanno distrutta e, alla visione di quelle immagini gli archeologi tirano un sospiro di sollievo, in quanto essendo patrimonio dell'Unesco, ogni danno anche di lieve entità è importante.

I danni individuati dagli archeologi

Nel lontano 2015 molti giornalisti avevano ipotizzato che la città fosse stata addirittura bombardata dall'Isis, ma per fortuna non è stato così e, per il momento pare che i danni causati siano di lieve entità, ma per poter prendere atto dei danni che sono stati apportati all'antico sito bisognerà che gli archeologi italiani si rechino sul posto in modo da individuarli tutti.

Ad oggi gli unici dati che sono in possesso dagli studiosi grazie alle immagini fornite dal satellite sono le rovine del "Tempio della Triade" situato a sud ovest di Temeros, il quale il 26 aprile è stato protagonista dello scontro tra milizie e, potrebbe essere particolarmente danneggiato. Altri danni evidenti dalle foto dei militari di Hashid al Shàbi sono delle statue che venivano conservate e protette dagli studiosi iracheni, che l'Isis ha lasciato in condizioni devastanti e giacenti sul suolo e, di conseguenza, anch'esse parzialmente danneggiate.

Il "Tempio di Allat" invece, all'esterno e sulla scritta in basso al piedistallo presenta segni di bruciature e lesioni dovute a dei colpi, mentre all'interno del tempio si notano sempre dei segni di bruciatura in particolar modo alla figura di uno degli Iwan. La città di Hatra è molto vasta e ricca di scavi, di conseguenza una visita sul luogo, più dettagliata in tutti i siti archeologici, fornirà maggiore esito dell'entità dei danni causati e sarà anche possibile percepire se delle opere sono state trafugate.