Lo scorso maggio era stata arrestata per aver ucciso con il suo camper un motociclista. Dopo una breve fuga, aveva deciso di costituirsi tornando sul luogo dell'incidente. Martedì 20 giugno, circa un anno e un mese dopo l'omicidio, la donna è evasa dal carcere delle Vallette di torino, una struttura adibita per i detenuti in semilibertà.

La fuga

Stando alle prime ricostruzioni degli inquirenti Laura Sulejmanovic, una 23enne rom proveniente dalla Bosnia Erzegovina, ha eluso abilmente tutti i controlli della sorveglianza, ha attraverso tutto il cortile riservato ai detenuti in semilibertà e alle detenute madri, per poi scavalcare il muro di cinta e correre via lungo i campi che circondano la zona del Lorusso e del Cotugno.

La polizia penitenziaria, in collaborazione con alcuni commissariati della zona, sta setacciando tutti gli accampamenti nomadi per ora senza grandi risultati.

La rabbia della famiglia

Le ricerche, sono seguite con grandissima attenzione anche dalla famiglia del motociclista, rimasto ucciso per colpa della giovane rom. Dopo la tragedia, avvenuta lo scorso maggio, i familiari avevano preso parte ad alcune manifestazioni organizzate dai comitati di quartiere, in collaborazione con CasaPound e Forza Nuova, per chiedere la chiusura immediata di tutti i campi nomadi di Torino. Il fratello della vittima, Antonio, ha addirittura sostenuto di essere pronto a mettere una "taglia" sulla testa della giovane, una vera e propria ricompensa in denaro per chi trovasse la fuggitiva.

Non è finita qui però, Antonio ha anche precisato che, qualora la Polizia non riuscisse a trovare la giovane rom, a quel punto a trovarla ci avrebbe pensato lui stesso, con la collaborazione della sua famiglia. Parole di rabbia quelle di Antonio, che oltre ad aver subito un gravissimo lutto come la perdita del proprio fratello, deve anche scontrarsi con una giustizia che fa acqua praticamente da tutte le parti.

La fuggitiva ha abbandonato la figlia

Dulcis in fundo. Non bastava l'omicidio stradale, la fuga dal carcere, la donna oltre a questo ha deciso di fare anche qualcosa di più. Per fuggire, ha abbandonato sua figlia di pochissimi mesi all'interno del carcere. Oltre quindi a tutti quanti i reati contestati, c'è anche questa ulteriore macchia sulla coscienza della donna, l'abbandono della propria prole, qualcosa che a volte nemmeno i peggiori criminali riescono a fare.