Heven Grimaldi, la trans chiamata in causa per l'omicidio del suo coinquilino e migliore amico, Vincenzo Ruggiero, non si dà pace per la morte di quello che considerava un fratello. Il giovane 25enne, era un attivista gay di Parete, in provincia di Napoli, però viveva ad Aversa con Heven. L'8 luglio, il giovane era scomparso da casa e ieri, dopo la confessione del suo assassino Ciro Guarente, è stato ritrovato il suo corpo, sciolto nell'acido, fatto a pezzi e cementificato sotto un pavimento di un garage.

Le tristi parole di Heven Grimaldi

"Ti giuro Vincenzo, che ovunque ti trovi adesso, vorrei essere stata io a morire al posto tuo".

Questo l'inizio dello struggente post pubblicato su Facebook da Heven Grimaldi, all'indomani del ritrovamento del cadavere del suo migliore amico, ucciso dal suo ormai ex fidanzato Ciro Guarente. Heven continua dicendo: "Se solo avessi potuto prevedere l'atroce crudeltà che hai dovuto subire, avrei lottato con la vita pur di riuscire a salvarti. Ora come farò a vivere senza di te, tu eri l'unico che mi rendeva davvero felice, insieme a te anche io ho perso la mia vita".

Poi, un ritratto del suo amico Vincenzo, che è stato ammazzato per gelosia dall'ex compagno della Grimaldi: "Nella tua vita hai sempre fatto del bene a tutti, ti ricorderò sempre come l'angelo più bello mai sceso su questa terra".

Infine, la triste richiesta finale: "Ti prego Vincenzo, portami con te e salvami da questo strazio. Ti supplico salvami, come io avrei salvato te". Parole strazianti che fanno capire quanto la Grimaldi ci tenesse al povero Vincenzo. Inoltre, sono parole tristi di una persona che in una sola tragedia ha perso il suo migliore amico e il suo ragazzo con cui stava insieme da 7 anni.

Delitto 'ispirato' al macabro film 'Non aprire quella porta'

Intanto, la Procura di Napoli Nord che si sta occupando dell'omicidio di Vincenzo Ruggiero, parla di omicidio di carattere mafioso, in quanto Ciro Guarente ha utilizzato la modalità mafiosa per far scomparire il corpo del povero 25enne.

Però, secondo "Il Messaggero", c'è qualcosa di ancora più oscuro dietro l'omicidio di Vincenzo.

Infatti, il marinaio 35enne nell'uccidere e sezionare la vittima ha eseguito un macabro rito di una scena del film "Non aprite quella porta". Inoltre, anche in tutti i sequel della pellicola, la motosega utilizzata per massacrare le povere vittime c'è sempre. Purtroppo, la devastazione con cui è stato ritrovato il corpo di Vincenzo Ruggiero, è simile alle macabre scene del film di Tobe Hooper.