Una strage in egitto. Ieri è stata presa di mira una moschea del Sinai durante il momento dedicato alla preghiera. Un efferato attacco terroristico, quello messo in atto a Bir Al-Abed, un villaggio a ovest di Arish. Da una prima ricostruzione dei fatti, sarebbero stati piazzati diversi ordigni in prossimità del luogo di culto. Gli autori dell'attentato avrebbero anche sparato sulle ambulanze arrivate sul posto per i primi soccorsi e non solo. Da quanto si apprende, anche verso un massiccio numero di persone in fuga. Alto il numero dei morti, 235.

Oltre cento i feriti. I dati emergono da un comunicato diffuso dalla Procura generale egiziana. Dichiarati tre giorni di lutto nazionale.

Il sostegno dell'Italia

Al momento nessuna rivendicazione dell'accaduto, ma i sospetti sarebbero concentrati su determinati gruppi islamisti. La moschea sarebbe stata frequentata da un massiccio numero di appartenenti alla tribù Sawarka, che recentemente avrebbe collaborato con le forze dell'ordine e con l'Esercito, nelle attività di contrasto all'azione dell'Isis. Il vile attentato è stato condannato prontamente dall'Imam Ahmed al Tayeb di Al-Azhar, centro teologico dell'Islam sunnita. Solidarietà anche dall'Italia. Il premier Gentiloni ha rivolto un pensiero alle vittime e alle famiglie colpite, attraverso Twitter.

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio rivolto al collega e a tutto il popolo egiziano, ha evidenziato il sostegno dell'Italia nella lotta contro l'estremismo di carattere religioso e il terrorismo in generale.