Lo aveva riaccolto in casa. Con un gesto di apertura e disponibilità verso il convivente, ha però purtroppo decretato la sua condanna a morte. Sara Pasqual, 45 anni, originaria di Candelo in provincia di Biella, è stata uccisa nella mattina di oggi, 10 gennaio, dal compagno Gabriele Giovanni Lucherini, 46 anni, nell'abitazione di Sozzago, paese alla porte di Novara. Lui l'ha massacrata di botte non lasciandole scampo. A dare l'allarme sono stati i vicini di casa, impressionati dalle urla e dai forti rumori provenienti dalla casa.

L'ultimo atto di un violento

Gabriele Giovanni Lucherini è sempre stato un uomo violento. Di derive pericolose ne ha avute tante. E questo ennesimo femminicidio forse poteva essere evitato. In passato l'uomo si è reso protagonista di episodi di violenza domestica ai danni della sua compagna che però lo ha sempre riaccolto in casa. E così ha fatto anche in quest'ultima circostanza, fino alla tragica svolta. Nel 2013, i Carabinieri lo avevano arrestato per maltrattamenti, non verso la compagna ma verso la madre. Proprio quest'ultima l'aveva denunciato, non sopportando più le violenze del figlio. In quell'occasione, condannato a tre mesi con pena sospesa, l'uomo aveva aggredito anche i militari che lo stavano arrestando.

Oggi invece, dopo l'omicidio, si è lasciato catturare dai Carabinieri senza opporre resistenza e li ha seguiti a Novara in caserma, dove è in corso l'interrogatorio. In caserma sono stati portati anche vicini e conoscenti per ricostruire il rapporto tra la vittima e il compagno. In queste ore gli inquirenti stanno cercando di capire cosa abbia scatenato la sua furia omicida.

Lo scorso luglio, dopo un incidente automobilistico, Lucherini aveva aggredito gli agenti di polizia locale che lo avevano fermato per identificarlo ed era stato denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.

Uccisa a calci e pugni

Sara è stata uccisa a calci e pugni, forse al culmine di una lite: la donna è stata trovata riversa a terra immobile.

L'intervento del personale del 118 ha potuto solo constatare il decesso. L'autopsia chiarirà meglio le cause della morte. Malgrado le ripetute violenze, lei lo ha sempre giustificato e persino difeso, senza mai interrompere il rapporto. Entrambi avevano problemi di alcolismo. Ieri avevano trascorso la notte in stanze separate nella casa a due piani di Sozzago in cui abitavano da qualche anno. Sul posto, oltre ai Carabinieri di Novara, al medico legale ed al pm di turno sono giunti anche gli esperti della scientifica. In passato, in più occasioni i militari erano intervenuti in quella casa perché l'uomo, in preda all'alcol, aveva picchiato la convivente. Ma ai tanti episodi gravi non ha mai fatto seguito alcuna denuncia formale da parte della compagna, che lo ha sempre ripreso in casa. Sembra che la situazione dell'uomo fosse ben nota all'amministrazione comunale, tant'è che era seguito anche dai servizi sociali. Ma non è bastato a evitare il peggio.