Avevamo scritto di Concita Gallo lo scorso 11 giugno, quando Corrado Figura, impegnato nel ballottaggio contro il primo cittadino uscente di Noto, Corrado Bonfanti, la inserì a sorpresa nella rosa della sua Giunta in caso di elezione, nella qualità di assessore alla Cultura. Lei, infatti, è madre e donna di diritto, ma anche emergente e apprezzata scrittrice. Si dice che la storia non dovrebbe essere scritta con i “se”, tuttavia – dopo l’inizio claudicante del nuovo impegno amministrativo di Corrado Bonfanti, anche dal punto di vista delle politiche culturali per la città – il rimpianto di non aver visto all’opera Concita Gallo, quale donna capace di valorizzare le straordinarie potenzialità culturali della città netina, lo coltivano in molti, “se” – appunto – Corrado Figura fosse diventato Sindaco della città.

Nasce "Tu che indovinavi Beethoven"

Questa donna “amante dei Libri e dello scrivere e innamorata di Noto”, come si autodefinisce sul suo profilo social, torna a far parlare di sé lo scorso 25 ottobre, quando posta su facebook la copertina della sua nuova fatica letteraria, accompagnata dal commento “Eccolo!”. Un libro è per chi lo scrive come una nuova creatura, con le emozioni che accompagnano la nascita quando dalla tipografia vengono fuori le prime copie, in questo caso ancora più attraenti alla luce del titolo in bella vista: “Tu che indovinavi Beethoven”, scelta che incuriosisce molto e avvicina alla lettura. Centottantadue “like” suggellano le prime aspettative dei lettori, anche se ancora non è nota la data di presentazione di questa storia, che è anche una storia d’amore, delicata e profonda.

'Domenica il giorno più solitario'

Concita lascia ai social un pezzo tratto dal suo libro e che riportiamo a chiosa di questo articolo: “Domenica: il giorno peggiore, il più solitario. La domenica era per le famiglie, per i parenti, per gli amici stretti da invitare a pranzo. Non era per lui, che la trascorreva trascinandosi per i secondi, i minuti, le ore; tutto il lungo giorno in casa, dove i pensieri volavano liberi, le mani fremevano; tutto il tempo nell'attesa di un lunedì che lo tenesse obbligatoriamente in vita, attivo per il compito che svolgeva per il paese".