“Il paradiso di Cuno amiet. Da Gauguin a Hodler, da Kirchner a Matisse” è la mostra aperta da pochi giorni a Mendrisio, al museo d’Arte, da visitare fino al 28 gennaio 2018. Settanta dipinti, circa sessanta opere su carta raccontano Cuno Amiet, artista svizzero, molto noto in patria, meno al grande pubblico italiano, con il merito di aver frequentato le più importanti tendenze del post impressionismo in Europa tra fine Ottocento e primo Novecento. Le sue opere saranno una bella sorpresa per i visitatori che amano la pittura carica di colore e di contrasti del movimento Fauve e del primo espressionismo tedesco: in breve, di tutte le istanze emerse dopo l’impressionismo francese.

Cuno Amiet li conosce dal vivo: va a Parigi, in Bretagna, per conoscere la pittura Nabis a Pont-Aven ed è tra i fondatori, insieme a Ludvig Kirchner, Erich Heckel, Karl Schmidt-Rottluff, Fritz Blevl, del movimento Die Brucke.

Riscoprire Cuno Amiet

Anche se molto vicino ai movimenti più importanti della sua epoca, Cuno Amiet si è visto pochissimo nelle mostre al grande pubblico. Questo cono d’ombra si deve forse al fatto che l'artista, dopo i primi decenni del Novecento, proseguì il suo percorso pittorico secondo un filone molto più vicino allo spirito di Pont-Aven. La letteratura critica sul suo lavoro, del resto, è sempre stata in lingua tedesca: la mostra di Mendrisio è la prima realizzata in Ticino e vanta il solo catalogo, finora, con studi e saggi critici in lingua italiana sul pittore.

Anche nella stessa Svizzera Cuno Amiet, per quanto presente, figura meno conosciuto del suo contemporaneo Ferdinand Hodler. La mostra a cura di Franz Müller e Aurora Scotti è, quindi, unica nel suo genere e vale di sicuro una visita in Ticino.

Il paradiso, in cielo e in terra

Cuno Amiet è ricordato come abile colorista: la sua pittura non dimentica, come impronta costante, l’insegnamento di Pont-Aven, sulle tracce di Gauguin.

Per alcuni critici Cuno Amiet ha una personalità pittorica poco definita; di sicuro, il suo lavoro si avvicina molto di più alle esperienze francesi dopo l’impressionismo e un po’ meno alle tendenze di area tedesca. Per molti artisti novecenteschi, la rivoluzione del colore dopo le “impressioni” di Parigi avevano il segno dell’inquietudine.

I tempi erano cambiati, sullo scenario politico si affacciava la fine della vecchia Europa e la pittura, liberata dal vincolo degli accademismi, si preparava a “gettare” sulla tela emozioni forti. Dopo Van Gogh, per molti autori, nel movimento Die Brucke, ma non solo, il post impressionismo avrebbe assunto i contorni di una pittura drammatica e tormentata. Cuno Amiet era differente: nelle sue tele resta, incrollabile, un’armonia costante, una pace e una fiducia nei ritmi della natura. L'allusione al paradiso, nel titolo della mostra a Mendrisio, conferma quello che nell'artista si vede chiaramente, dalle prime alle ultime opere: una serenità d’animo coltivata sino alla vecchiaia, un simbolismo intriso di valori positivi, una natura caricata di atmosfere sognanti, ma al tempo stesso concrete.

In mostra, da vedere anche il corpus di grafiche e le fotografie storiche.

La mostra: informazioni utili

Il paradiso di Cuno Amiet Fino al 28 gennaio 2018Museo d’arte Mendrisio, piazzetta dei Serviti 1, Mendrisio Orari: da martedì a venerdì 10-12 e 14-17; sabato, domenica e festivi 10-18 www.mendrisio.ch/museo museo@mendrisio.ch