Le casalinghe, una categoria di lavoratrici tanto utile quanto troppo spesso dimenticata. Ciascuna Lavora circa 49 ore di media la settimana, 2540 all'anno. A differenza di altre mansioni non vedono riconosciuti diritti quali lo stipendio, gli straordinari, le ferie o le malattie. Possono solo sperare nelle tenerezze dei loro compagni, qualche biglietto di auguri o bacio consolatorio. Secondo quanto dichiarato dall' ISTAT, in Italia le donne contribuiscono a più del 70% delle ore di produzione familiare l'anno, la mole di lavoro effettuato dalle casalinghe ammonta a ben oltre un terzo di quella percentuale.

Un po' di dati

Per le statistiche ufficiali, nel corso del 2016 si sono auto dichiarate massaie quasi 7 milioni e mezzo di donne, la maggior parte abitanti nel meridione, di età matura e con livelli scolastici medio-bassi. Sempre secondo quanto dichiarato dall'ISTAT circa il 18% di esse ha accesso a internet, poco meno del 30% si è recata al cinema almeno una volta all'anno, circa una su tre legge un libro ogni 12 mesi. Bassa anche la percentuale di coloro che hanno familiarità con i musei o le mostre, solo il 15%. Poco più di un terzo si dichiara soddisfatta della propria vita, mentre il tasso di felicità di chi ha un impiego ufficiale sale al 45%. Ritornando alla distribuzione per età, le casalinghe che superano i 65 anni sono circa il 40% ( 3 milioni) del totale, mentre quelle con meno di 34 solo l'8,5%.

Quasi il 65% per cento di esse abita al centro-sud, solo una su 4 ha un titolo di studio pari al diploma o alla laurea. Quasi la metà delle massaie vive in una coppia con figli, il 25% circa in una coppia senza figli, circa il 20% vive da sola. Quasi 600 mila possiedono cittadinanza straniera.

Una condizione spesso difficile

Più della metà di esse non ha mai trovato un lavoro fuori dall'ambiente domestico, tra quelle in età lavorativa, cioè tra i 15 e i 64 anni, l'11% lo ha cercato, ma non l'ha trovato e pensa di non riuscirci. Nella fascia compresa tra i 15 e i 24 anni, la motivazione principale (75%) al non cercare altro impiego è di carattere familiare.

Nel 2015 si è stimato che una casalinga italiana su 10 viva in condizioni di povertà assoluta. Nonostante la poca considerazione goduta a livello ufficiale, la mole di lavoro che le massaie devono effettuare è enorme. Sempre secondo l'ISTAT, nel 2014 le ore impiegate in attività domestiche ammontavano a 71 miliardi e mezzo, tra cui la cura dei bambini e degli anziani in famiglia, reciproco aiuto tra nuclei famigliari, volontariato. Rispetto ai dati del 1989, riguardo le coppie con figli, nel 2014 si è assistito ad un incremento del tempo dedicato dai padri all'attività domestica ( 35 minuti al giorno in più) ed una diminuzione del tempo dedicato dalle madri (47 minuti in meno).

Secondo Federcasalinghe, cioè l'associazione che si occupa della loro tutela, tale figura continua a subire una forte discriminazione: in Italia il contributo di lavoro delle casalinghe corrisponde a 200 miliardi di euro annui, circa 10 punti del nostro PIL.