Qualcuno direbbe che piove sempre sul bagnato. Le brutte notizie arrivano dall'ISTAT, che ha elaborato le previsioni pensionistiche legate ai trentenni di oggi. Secondo l'Istituto di Statistica, coloro che adesso hanno 30-35 anni, potranno andare in pensione non prima di aver compiuto il settantesimo anno di età. Da premettere che, entro l'autunno, verrà varato un decreto che innalzerà l'attuale età anagrafica da 66 anni e sette mesi, a 67 a partire dal 2019 e per tutte le categorie. Il presidente dell'Istat, Giorgio Alleva nel corso di un'audizione per la modifica dell'articolo 38 della Costituzione, ha precisato che nel 2051, la situazione previdenziale in Italia si baserà probabilmente sui dati appena riportati.

Pensioni, poche speranze per i giovani

La dinamica demografica del paese ci porta a consegnare ai nostri giovani poche speranze in materia di previdenza, l'innalzamento dell'età anagrafica necessaria per andare in pensione ne è la prova. Ma il decreto che sarà approvato nel prossimo autunno non è la sola notizia negativa, perché dal 2021 si arriverà a 67 anni e tre mesi e dal 2023 aumenterà di due mesi ogni volta sino ad arrivare a 69 anni e nove mesi nel 2051. Una previsione che considerarla catastrofica significa dire poco e, tenendo conto delle problematiche economiche del nostro paese, possiamo dire quasi con certezza che non ci saranno provvedimenti positivi nei prossimi trent'anni.

Adeguamento pensionistico senza controllo

La legge Fornero duramente e giustamente criticata da alcune forze politiche e da molti cittadini, è diventata ormai una briciola in confronto a quanto succederà nei prossimi decenni in Italia. Se il prossimo decreto autunnale, che innalza l'età pensionabile di pochi mesi, ha creato un dissenso generale, i provvedimenti futuri saranno una vera ghigliottina, soprattutto per i nostri giovani.

Gli aggiornamenti rilasciati dall'Istituto di Statistica, si basano sulle proposte richieste ufficialmente dai ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e dal ministero del'Economia e delle Finanze. I dati ovviamente sono statistici, ma molto vicini al reale requisito richiesto dai vari provvedimenti, che si succederanno nel corso degli anni.

Il risultato finale di tutto questo, corrisponde ad un futuro molto nero per i nostri giovani ed ancor più negativo per gli adolescenti di oggi.

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