Conclusi i lavori de "Gli Stati Generali della Scuola" un convengo tenutosi nella giornata del 24 novembre alla Camera dei Deputati, momento di confronto sulle assunzioni dei precari della scuola e della modalità di reclutamento. Tra i temi più discussi l'avvio del concorso 2015, che non sembra trovare accoglimento tra i progetti del M5S, che lo considera un'inutile spesa di soldi. In relazione a quanto dichiarato dal leader del movimento, avviare nuovi concorsi non dà prospettive nelle assunzioni del personale della scuola e nella risoluzione del precariato: assumere i docenti già formati sì, e non si parla solo degli iscritti in GaE.

Concorso 2015: spreco di soldi, assunzioni GaE

Fondate le dichiarazioni del M5S, il quale ha dichiarato di non essere in accordo con la soluzione del Governo Renzi di utilizzare come unico strumento di reclutamento degli insegnanti il concorso.  Il nuovo sistema di assunzione dei docenti della scuola è da considerarsi un dispendio di risorse economiche che potrebbe essere evitato con l'assunzione dei docenti già formati e che attendono nelle graduatorie di vedersi assegnare un posto. Dal canto suo Silvia Chimienti ha sostenuto ancora una volta la necessità di rivalutare il piano straordinario di assunzioni dei docenti precari della scuola, rivedendo le categorie di accesso alle immissioni in ruolo. Non solo, dunque, i docenti presenti in GaE, ma anche gli iscritti nelle Graduatorie di istituto. Anche questi, infatti appartengono alla categoria degli insegnanti già formati, che hanno conseguito un titolo di abilitazione all'insegnamento; alcuni di loro hanno anche un secondo titolo di abilitazione sulle attività di sostegno e sono inseriti nella II fascia delle GI.

Non si deve dimenticare inoltre che il concorso 2015, qualora venisse utilizzato quale unico strumento di reclutamento dei nuovi docenti, escluderebbe tutti colro che lavorano nella scuola con incarico di supplenza (talvolta anche annuale o fino al termine delle attività didattiche), ma che non hanno conseguito un titolo di abilitazione per i più svariati motivi. Restano inoltre esclusi dal concorso 2015 e dunque dalla possibilità di intraprendere la carriera dell'insegnante i neo laureati (quelli che non conseguono un titolo di laurea abilitante per la scuola primaria o dell'infanzia).

Il concorso 2015 resta uno strumento di reclutamento che comporta solo oneri e spese, e in questi termini è stato considerato dal M5S. La proposta slitta al 2020: il concorso diventerà annuale, ma non ora. Un concorso a cattedra a cui potranno partecipare gli aspiranti che hanno conseguito una laurea magistrale, strutturato per lo svolgimento di un tirocinio guidato da un docente-tutor. Non sono contemplate dunque delle ore di lezione frontale. Si attende di conoscere la posizione del Governo Renzi e del ministro dell'Istruzione Stefania Giannini, ma è difficile comprendere quali risposte daranno in questi mesi in relazione al concorso 2015 e la nuova modalità di reclutamento nel mondo della scuola.