In questi giorni il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di stabilità causando malumori e alcune associazioni sono già con il piede di guerra e minacciano ai ricorsi presso il Tribunale del Lavoro. Infatti, a creare tanto disappunto sono i 200 milioni di euro stanziati: troppo pochi considerando i lunghi 6 anni di blocco agli stipendi. Tradotto in soldoni, ai dipendenti pubblici toccherebbe all’anno solo € 6. Nei prossimi giorni il Governo proseguirà il lavoro, riducendo i comparti da 11 a 4, anche con il proposito di favorire lo spostamento di quei dipendenti in eccesso da un ministero all’altro e di attuare la riforma Brunetta della Pubblica amministrazione.
In merito a quest’ultimo aspetto, si ricorda che legge 107 del 2015 disciplina l’accesso al merito professionale solo per un dipendente su quattro, eliminandogli scatti di anzianità, sebbene questi siano già bloccati ormai da ben 6 anni. Qual è il dipendente pubblico che perde di più? L’insegnante. Infatti, il docente ottiene l’avanzamento di carriera solo ed eslclusivamente con l’aumento automatico del contratto.
L'Anief minaccia di fare ricorso al Tribunale del lavoro
Vista la situazione critica e irrisoria che incombe sui dipendenti pubblici, i quali già si trovano in una situazione di blocco di scatti di anzianità da diversi anni, Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario confederale Cisal, interviene clamorosamente e piuttosto indignato su questa situazione a dir poco indecorosa visto che ai tre milioni di dipendenti pubblici vanno assegnati più di 12 miliardi di euro di arretrati.
Dai calcoli compiuti emerge una cifra notevole: in questi 6 anni di mancato rinnovo contrattuale, i dipendenti pubblici hanno infatti perso il 9,3 per cento di salario. I calcoli sono stati fatti considerando sia il blocco salariale sia l’aumento dei costi della vita, e ciò va anche indennizzato. Marcello Pacifico è con il piede di guerra e minaccia di ricorrere al tribunali del lavoro per fare ricorso. L’Anief ha già predisposto i documenti per chi volesse aderire al ricorso e recuperare completamente gli arretrati spettanti.