Trattamento fiscale flat per i premi di produttività ai dipendenti, anche se erogati sotto forma di voucher spendibili in servizi di assistenza. È una delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità, approvata in prima lettura dal Senato. La norma punta a diffondere la cultura del welfare aziendale nelle imprese e la pianificazione al loro interno di servizi a favore dei dipendenti.

Rette agevolate per l’asilo nido, assistenza per gli anziani, bonus per l’acquisto di libri di testo o per gli abbonamenti ai trasporti sono solo alcuni esempi. Servizi un tempo garantiti dallo Stato, che, con la crisi del welfare pubblico, sono ormai a carico dei cittadini.

I vantaggi

Ma cos’è il welfare aziendale e come influisce sulla vita del lavoratore? Quando si parla di welfare, si fa riferimento in genere alle macroaree: previdenza, sanità, conciliazione vita-lavoro, assistenza familiare e formazione. Oggi le agevolazioni più diffuse sono la mensa aziendale o, come alternativa, il buono pasto, la flessibilità oraria e l’assistenza sanitaria. Secondo una ricerca condotta dall'Università Cattolica di Milano per QUI! Group, tra le esternalità più significative ci sono: aumento della partecipazione femminile al mondo del lavoro – che secondo gli ultimi dati Istat è ferma al 50,9% contro il 70,5% degli uomini –, minore conflittualità in ufficio e conseguente miglioramento generale dell’ambiente di lavoro e maggiore produttività.

Un sistema vincente da tutti i punti di vista (del lavoratore e del datore di lavoro), che gode tra l’altro di tassazione agevolata, garantendo un beneficio netto ai destinatari.

Welfare aziendale anche per le pmi

“E contrariamente a quanto si pensa, i piani di welfare non sono più un’esclusiva delle grandi aziende con budget illimitati – commenta Gregorio Fogliani, presidente di QUI!

Group. – Questo, grazie alla tecnologia, che oggi permette di ridurre i costi di gestione, rendendo molto più semplice l’erogazione dei servizi”. Tra le soluzioni che stanno avvicinando le Pmi al settore, le piattaforme per la gestione dei flexible benefit, che permettono ai dipendenti di scegliere in autonomia di quali servizi usufruire, e i voucher elettronici, spendibili nei punti vendita convenzionati.

Stando ai dati riportati nel "Secondo rapporto sul secondo welfare in Italia", pubblicato il 27 novembre, il 69,2 delle grandi aziende del campione di riferimento ha dichiarato di aver avviato un piano di welfare. La percentuale scende di poco tra le realtà di medie dimensioni (60%), mentre è ancora bassa per le piccole. Ma è significativo che, di queste ultime, una su tre abbia dichiarato l’intenzione di introdurre i servizi al dipendente entro 2 anni e che, tra quelle che non hanno il welfare nei loro piani, solo 1 su 5 si sia detta non interessata a considerare l’ipotesi.