La Legge 92 del 2012, meglio conosciuta come Legge Fornero, rappresenta uno dei provvedimenti più contestati, discussi e odiati che la recente storia politica italiana ha prodotto. Per via di questa famigerata Legge, la pensione per tutti gli italiani, si è allontanata inesorabilmente per via dell’inasprimento dei requisiti. Tra i vari articoli di quella Legge però, ce ne uno che consente di evitare gli inasprimenti e di anticipare il giorno di addio al lavoro. Sembra una classica bufala, ma non lo è, anche se a dirla tutta, non è facile beneficiarne sia per i requisiti che per gli adempimenti.

Di che articolo parliamo?

L’articolo in questione è il n° 4 della Legge 92 del 2012, la famigerata Legge Fornero, partorita dal Governo Monti, in quel periodo di grave crisi, con lo “spread” balzato alle stelle. Uno dei maggiori sacrifici chiesti agli italiani era proprio l’accettare un pesante inasprimento del sistema previdenziale italiano, con l’innalzamento dell’età necessaria per la pensione e dei requisiti contributivi utili all’uscita dal mondo del lavoro. Per via di quella Legge, dal 1° gennaio 2016, per lasciare il lavoro e "meritare" la pensione, un italiano deve raggiungere la veneranda età di 66 e 7 mesi o deve aver raggiunto 42 anni e 10 mesi di contributi versati, cioè di anni di lavoro svolti.

L’articolo che permetterebbe a qualcuno di uscire con 4 anni di sconto rispetto a queste soglie, lo fa grazie all’istituto della “isopensione”. Più che una pensione anticipata vera e propria, questa è un sussidio simile ad alcuni ammortizzatori sociali (mobilità, cassa integrazione ecc..), un sostegno al reddito per i lavoratori che si trovino a 4 anni dal raggiungere i requisiti necessari per la pensione.

Come funziona l’isopensione

Come si è capito, necessario è il trovarsi a pochi anni dalla pensione, ma questo non basta perché l’intero impianto dell’articolo, consta di numerosi altri requisiti. Il lavoratore deve essere assunto da una Azienda con almeno 15 dipendenti a libro paga. Inoltre, per accedere a questa sorta di pensione anticipata, sono necessari accordi sindacali stipulati proprio con il datore di lavoro.

La domanda non la fa il lavoratore, ma l’Azienda che deve segnalare il personale in esubero, ormai prossimo alla pensione, all’Inps. L’Istituto provvederà a valutare quali lavoratori rientrano tra quelli cui è possibile concedere l’isopensione e comunicherà all’Azienda la spesa necessaria affinchè il tutto vada in porto. Infatti, sarà l’Azienda a dover versare all’INPS, il corrispettivo dell’isopensione ed anche i contributi dei 4 anni mancanti alla pensione. Solo dopo che l’Azienda ha pagato l’INPS, o ha ottenuto una rateizzazione, il lavoratore si vedrà liquidata l’isopensione. Il lavoratore in base all’importo concessogli, può accettare il prepensionamento o rifiutalo. Dal punto di vista economico, al lavoratore non spetta la pensione che gli toccherebbe lavorando altri 4 anni, ma solo quanto maturato fino al momento dell’uscita.

Solo dopo i 4 anni mancanti, l’INPS erogherà la pensione spettante. Una volta aderito all’isopensione, non si può tornare indietro, il lavoratore risulterà licenziato senza possibilità di tornare al proprio posto, pertanto è consigliabile, prima di scegliere se accettare o meno, di farsi rilasciare dall’INPS l’EcoCert. Grazie a questo estratto conto è possibile valutare quanti contributi versati ci sono a proprio nome e a quanto ammonterebbe la pensione al termine dei 4 anni rimanenti.