In seguito alla pubblicazione del bando del concorso Mibactsono emerse numerose polemiche. L'attesa è finalmente terminata, dopo 8/9 anni, ma non sono affatto soddisfatti gli aspiranti candidati che all'unisono hanno ritenuto i requisiti ridicoli e smaccatamente esclusivi. Un concorso quindi per pochi e non per tutti. Lo studio legale di Francesco Leone, date le criticità del bando e le disparità di trattamento, ha avviato un ricorso per il concorso beni culturali. In merito è intervenuta Simona Fell, avv.ssa presso lo studio di F. Leone.

Intervista in esclusiva a Simona Fell

Ciao Simona e grazie per la disponibilità. Quali sono le criticità emerse dal bando del concorso Mibact?

Approfondendo il bando del concorso beni culturali, si appalesano diverse storture, in particolare, analizzando i singoli provvedimenti:

  • per la posizione di funzionario per la promozione e la comunicazione nell'accordo sindacale che contiene specificamente i titoli di accesso al presente concorso non si parla di esperienza lavorativa, mentre nel bando del concorso Mibact si richiede un’esperienza lavorativa di 36 mesi, se non in possesso di dottorato o corso di specializzazione;
  • per la posizione di architetto nell’accordo di cui prima non si fa riferimento all’abilitazione, titolo che invece viene richiesto nel bando;
  • per la posizione di antropologo si richiede il titolo di specializzazione o di dottorato, titoli che non vengono esplicitati nell'accordo di cui sopra.

Infine, il bando limita la partecipazione a coloro che sono titolari di un corso di specializzazione, ovvero di un dottorato di ricerca ed, infine, a coloro che hanno conseguito un master di II livello.

L'anomalia risiede nel fatto che gli unici master di II livello, che danno diritto a partecipare, sono quelli biennali, mentre la disciplina normativa in esame prevede l'equipollenza di tutti i master di II livello (indipendentemente dalla durata) ai titoli di dottorato e di specializzazione.

Notevoli perplessità sono state mosse su un particolare requisito del bando del concorso Mibact, ovvero il master biennale di II livello.

Questi master si contano sulle dita di una mano. Qual è il vostro approfondimento a riguardo?

La circostanza che il Ministero avesse deciso di restringere fortemente la platea dei partecipanti, specificando che i master che avrebbero dato diritto alla partecipazione al concorso erano solo quelli di II livello biennali e non semplicemente quelli di II livello ci ha sorpreso molto.

Abbiamo verificato se sotto il profilo normativo e giurisprudenziale i master di II livello siano o meno equiparabili ad un dottorato, indipendentemente dalla durata degli stessi, riscontrando che, secondo il MIUR, lo sono, in quanto tipologia di formazione di III livello, anche se per il MIBACT sembrano essere titoli di "secondo livello".

Chi può presentare ricorso per il concorso beni culturali?

Lo studio legale Leone ha predisposto un'apposita azione legale che può essere promossa solo da coloro che sono in possesso di un master di II livello attinente alle materie oggetto di concorso. Questa tipologia di ricorso è collettivo ed ha il costo di 300 euro, complessivi di tutte le spese relative alla instaurazione del procedimento di primo grado.

Inoltre, stiamo lavorando ad altri possibili ricorsi, incentrati su aspetti peculiari e per questo motivo probabilmente individuali, per coloro i quali ritengano di avere tutti i titoli richiesti ma non possono partecipare, perché il bando limita illegittimamente la possibilità di presentare domanda.

Qual è l’iter per fare ricorso?

Per aderire dovete collegarvi al sito 'avvocatoleone.com' e scaricare i moduli che trovate nell'area appositamente realizzata per l'azione in esame, compilarli, sottoscriverli ed inviarli in originale, anticipandone copia via mail, a mezzo raccomandata presso lo studio legale Leone. Per maggiori informazioni, sarà sufficiente inviare una mail e/o iscrivervi al gruppo Facebook (Ricorso concorso MIBACT 500 funzionari).