Le dichiarazioni rilasciate dal sottosegretario Davide Faraone in merito al possibile ritorno degli Smartphone in classe ha suscitato un'ondata di reazioni piuttosto critiche da parte del personale scolastico. A questo proposito, la scrittrice Fulvia Degl'Innocenti, nota pedagogista, ex insegnante elementare e conduttrice, tra l'altro, di diversi programmi programmi radiofonici, è intervenuta sull'argomento in un editoriale scritto per 'Famiglia Cristiana'.

Ultime news scuola, martedì 7 giugno: 'I docenti fanno già molta fatica a far rispettare le regole'

L'autrice di numerosi libri per bambini e ragazzi ritiene che i docenti facciano già molta fatica a far rispettare, ogni giorno, le regole della vita scolastica: se venisse approvato l'uso dello smartphone per scopi didattici, tutto ciò finirebbe con l'appesantire sensibilmente il lavoro degli insegnanti sul piano del mantenimento della disciplina.

Lo smartphone, secondo Fulvia Degl'Innocenti, è un dispositivo infernale che vede i nostri ragazzi costantemente connessi: viene definito addirittura come 'un'appendice del loro corpo' con i genitori che cercano in tutti i modi di arginare l'uso indiscriminato dei cellulari.

Fulvia Degl'Innocenti: 'Scuola dev'essere un'oasi protetta'

La scrittrice ritiene che il tempo trascorso a Scuola dai ragazzi debba essere considerato come 'un'oasi protetta', un tempo in cui si possa staccare la spina dalla frenesia della condotta multitasking: la scuola aiuta, senz'altro, ogni studente a ritrovare modalità e tempi più lenti.

A scuola non si deve ricorrere a Google, si è costretti ad attivare la memoria e a ragionare, afferma la Degl'Innocenti: in questo modo, il ragazzo torna ad interagire socialmente in modo diretto.

Il discorso potrebbe essere diverso per il tablet, uno strumento che ricorda il libro e il cui utilizzo è finalizzato ad un preciso obiettivo.

Secondo la scrittrice, lo smartphone, invece, in quanto utilizzato per scopi ludici, deve continuare a spegnersi in coincidenza con il suono della campanella: a scuola, bisogna continuare a dialogare e a discutere.