Buone notizie per i lavoratori esodati rimasti esclusi dalle precedenti misure di salvaguardia. In attesa di una riforma sulle Pensioni, infatti, sarebbe già pronto il disegno di legge che reca le disposizioni in materia di esodati. Si tratta delle misure per i potenziali beneficiari di un'ottava e definitiva misura di tutela. È quanto previsto dalla proposta di legge 857 firmata dal Presidente della Commissione Lavoro alla Camera Cesare Damiano e dall'Onorevole del Partito Democratico Maria Luisa Gnecchi, la cui battaglia mira ad estendere una tutela previdenziale ad una platea più ampia di beneficiari.

Lavoratori in mobilità, gli autorizzati alla prosecuzione volontaria e i lavoratori agricoli e a tempo determinato; sono queste le categorie che attendono una tutela da parte del Governo.

I potenziali beneficiari dell'ottava salvaguardia

L'esecutivo non si concentra soltanto sul cosiddetto anticipo pensionistico, sui lavoratori precoci, sullo stop alle ricongiunzioni onerose e sulla flessibilità in uscita ma avrebbe già iniziato a lavorare anche sugli esodati. Dopo che la proposta di legge è stata depositata ufficialmente in Commissione Lavoro alla Camera, infatti, l'iter parlamentare del ddl 857 entra nel vivo con lo scopo di poter dare in tempi brevi una risposta concreta alle categorie di lavoratori rimaste penalizzate dalla Riforma Fornero.

Si tratta degli esodati che hanno cessato la propria attività lavorativa entro il 2011 e che maturano il diritto a pensione entro il 31 dicembre 2019. Circa 6 mila 800 lavoratori sono i collocati in mobilità o in trattamento speciale edile, gli autorizzati alla prosecuzione volontaria e i lavoratori provenienti da aziende cessate o sottoposte a procedure concorsuali.

Altri 25 mila 200 esodati, invece, sono i lavoratori agricoli e quelli a tempo determinato.

Ottava misura di salvaguardia, ecco i requisiti

In caso di approvazione della misura, i lavoratori interessati che hanno maturato i requisiti entro il 2019 potranno fare domanda per l'ottava clausola di salvaguardia. I lavoratori dipendenti dovranno essere in possesso di almeno 61 anni e 7 mesi di età e 36 anni di contributi, i lavoratori autonomi, invece, potranno andare in pensione dopo aver raggiunto quota 98,7 (62 anni e 7 mesi e 36 anni di contributi).

Cosa assai diversa per la pensione di vecchiaia che, invece, richiede il raggiungimento di 65 anni e 7 mesi con 20 anni di contributi, (62 anni e 4 mesi accompagnati da 20 anni di contributi se dipendenti del settore privato). In alternativa si potrà richiedere la salvaguardia dopo aver maturato almeno 40 anni di versamenti contributivi indipendentemente dall'età anagrafica.