Il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Poletti lo ha definito un risultato storico. Finalmente c'è l'ok di Palazzo Madama al disegno di legge delega volto a contrastare la povertà tramite l'introduzione del reddito di inclusione. La votazione di oggi ha visto 138 sì, 71 no e 21 astenuti. L'approvazione della norma è il lasciapassare per l'avvio del Piano nazionale contro la povertà, che potrà contare su all'incirca 1,6 miliardi, che diventeranno 1,8 negli anni a venire. Il disegno di legge prevede inoltre che il governo riordini quanto prima determinati interventi assistenziali senza intaccare però alcune prestazioni, come le misure per gli anziani non in età di lavoro, per esempio.

Il reddito di inclusione viene considerato un pilastro del Welfare State, essendo una prestazione essenziale per chi versa in condizioni di esclusione sociale per indigenza, ed è funzionale a garantire una vita dignitosa a coloro che rientrano nella precarietà. Una misura, questa, unica a livello nazionale, e che quindi verrà elargita in base all'effettivo reddito disponibile.

Chi può beneficiarne?

L'approvazione del ddl sulla povertà si configura come un passo fondamentale per l'introduzione di un provvedimento valido universalmente sul territorio nazionale. Questo si baserà non sull'appartenenza a singole categorie, ma terrà conto delle reali esigenze economiche del cittadino bisognoso (specialmente anziani, genitori soli, disoccupati).

Il reddito di inclusione (detto anche REI) rappresenta la volontà di dar vita a un approccio innovativo alle politiche sociali, fondato su un'inclusione attiva e su una maggiore attenzione rispetto al tentativo di promuovere il reinserimento nel mondo del lavoro, e quindi nella società, di coloro che attualmente ne sono esclusi.

Sarà stabilita una soglia di riferimento che individui con estrema precisione la condizione di povertà; su quella base, in un secondo momento, si andrà a stabilire il beneficio dal punto di vista della quantificazione economica. Per maggiori dettagli in merito bisognerà attendere però l'approvazione del decreto attuativo, che definirà la soglia di povertà che darà l'accesso al sostegno.

Come ottenere il sostegno

Orientativamente servirà un Isee che non superi i tremila euro, associato a un livello di reddito effettivo disponibile che sarà fissato successivamente, per ottenere l'aiuto. Necessario inoltre che il capofamiglia aderisca a un progetto personalizzato di attivazione e inclusione sociale predisposta specificatamente dall'ente locale di riferimento. Il beneficio potrà essere rinnovato o decadere, a seconda dei cambiamenti intervenuti nella condizione sociale del beneficiario.