Non piace al comparto della scuola, che potrebbe essere penalizzato, la prima fase della riforma Pensioni targata Renzi-Poletti e in via d'attuazione dal parte del Governo Gentiloni. Il premier, come si ricorderà, ha firmato nei giorni scorsi i decreti per l'Ape sociale e la Quota 41 per i lavoratori precoci (ma non per tutti), ed è proprio sui decreti che si fa sentire la voce della Uil a proposito degli effetti che le nuove misure potrebbero avere per i lavoratori della scuola, quindi docenti e personale Ata.

Pensioni, Uil: lavoratori scuola penalizzati da decreti Ape e precoci

"Le misure attuative dell'Anticipo pensionistico sociale e della pensione anticipata per i lavoratori precoci - hanno dichiarato oggi in un comunicato stampa Domenico Proietti, segretario confederale della Uil, e Pino Turi, segretario generale della Uil Scuola - presentano una forte criticità, inaccettabili - hanno sottolineato - per i lavoratori della scuola". Il rischio paventato è che i lavoratori della scuola non potranno presentare le domande per accedere alle due prestazioni previdenziali. "Occorre porre rimedio - hanno aggiunto Proietti e Turi - per evitare che nel 2017 questi lavoratori siano, ancora una volta, penalizzati non potendo accedere - hanno specificato - alle due prestazioni".

Dunque, mentre si resta in attesa della conclusione del confronto sulla fase due della riforma pensioni, già vengono chieste modifiche ai decreti previsti dalla fase uno varata con la legge di Bilancio 2017.

Il sindacato sollecita modifiche dei decreti attuativi al Governo Gentiloni

Sostanzialmente viene chiesto all'esecutivo di intervenire in modo da garantire che le procedure per l'uscita dal lavoro previste dal Ministero dell'Istruzione, università e ricerca "siano adattate - ha spiegato i due dirigenti della Uil - con le scadenze previste per l'accesso all'Ape sociale e alla pensione dei precoci, così da ricomprendere il personale della scuola, a cominciare - hanno sottolineato - dagli insegnanti della scuola dell'infanzia".

Non si può ripetere stavolta l'errore già commesso con la riforma pensioni targata Monti-Fornero, secondo la Uil.

Si attendono dall'esecutivo anche risposte sulla proroga di Opzione donna

Il capitolo della previdenza resta dunque in primo piano nell'agenda politica, il Governo Gentiloni ha già avviato il confronto con i sindacati sulla fase due della riforma pensioni che dovrebbe dare corpo alle misure già previste nel verbale d'intesa sottoscritto tra le parti sociali e l'esecutivo allora guidato dall'ex premier Matteo Renzi.

Tra le misure su cui ancora si attende una risposta da parte del governo dopo le sollecitazioni dei gruppi parlamentari della commissione Lavoro del Senato la proroga dell'Opzione donna per la pensione anticipata delle lavoratrici. Diversi anche i gruppi Facebook dedicati ad Opzione donna che in questi mesi hanno continuato a battersi per sollecitare al governo di prorogare o rendere strutturale la soluzione, attualmente prevista in via sperimentale, per la pensione anticipata delle donne.