Nella prima parte di questo articolo si è introdotto il tema del Narcisismo patologico,e si è cominciato a parlaredell'interazione e del coinvolgimento sentimentale con persone affette da questo disturbo.
La loro vera natura può rivelarsi dopo qualche mese o, persino, dopo qualche anno, e per le vittime è davvero difficile farci i conti, perché non si spiegano come sia possibile che la persona che diceva di amarle incondizionatamente, in realtà sia un bugiardo, un attore, un violento o tutte e tre le cose.
Molto spesso si arrivano a scoprire mondi e vite alternative vissute parallelamente a quella "ufficiale", fossero anche semplici "modus operandi" che testimoniano che parola e azione sono completamente opposte.
In sostanza, predicano in un modo ma, sottobanco, razzolano totalmente al contrario.
Cosa c'entra la dipendenza affettiva?
A questo punto scatta la dipendenza, che in realtà è solo l'altra faccia della dipendenza affettiva, da cui molte di queste vittime sono a loro volta affette.Ma di cosa si tratta?
È una co-dipendenza: il "vampiro" ha bisogno della vittima per nutrirsi, deve portarla a fidarsi di lui per poterla ingannare e per poterle succhiare il sangue; d'altro canto, spesso è la vittima stessa che, affascinata dalla sensualità del "vampiro", gli offre il collo. Alla stessa maniera funzionano narcisisti e dipendenti affettivi.
Quando l'ambiguità e "le cose che non tornano" cominciano a farsi strada agli occhi delle vittime, si scatena l'ira del narcisista.
Questisi trasforma da attore innamorato a carnefice assassino di sentimenti con una velocità incredibile. Ma allo stesso tempo, riesce a confondere la vittima attraverso scuse, atti pubblici di (finta) sincerità, simulazione di malori, azioni volte ad attirare la pietà e le attenzioni dell'altra persona. La frase classica è: "non lo farò mai più".
Ma il narcisista non impara, recita, e tutto quello che fa è volto ad ottenere qualcosa. Per cui, non è difficile capire come siano false tutte le sue scuse e i suoi "ho capito".Anzi, di solito si alza il tiro, e ad ogni litigio le offese, le violenze psicologiche e fisiche, diventano più forti.Addirittura, spesso, le relazioni vengono interrotte, lasciando le vittime completamente nell'oblio e nella confusione.
Naturalmente, ogni volta ci sarà un ritorno, perchéil "vampiro" ha bisogno della vittima, ma sarà semprepeggio e più doloroso, più difficile da sopportare, tanto che ogni volta sembrerà l'ultima, ma in realtà non lo sarà mai.
Dipendenti come "drogate"
Questa situazione crea una profonda ferita nelle vittime che cominceranno a vivere questa storia come da "drogate". Non potranno fare a meno del carnefice, ma contemporaneamente questi le ferirà sempre di più, portandole, in alcuni casi, anche alla morte (molti dei casi descritti dalla trasmissione "Amore Criminale", purtroppo, riguardano situazionisimili).
Quello che subentra nelle vittime, cambiando punto d'osservazione per un attimo, è questo: la volontà di dimostrare agli altri che "non è come dicono", che il partner cambierà, che c'è un errore di valutazione.
Dimostrare a se stessi e atuttiche questa storia non è un fallimento, che non si è investito in maniera sbagliata, che non è tutto perso e che, tutto sommato, qualcosa si può recuperare.
Inoltre, molto spesso, quando le litigate diventano forti, sono susseguite da momenti di pace altrettanto ovattati. Il narcisista riesce a riconquistare la fiducia attraverso piccole briciole, di cui la vittima si accontenta, prendendole come segnali di positività, e attraverso la sua "ars amatoria"passionale e coinvolgente, che non lascia scampo a chi non cerca altro che una scusa e un motivo per rimanere.
Queste fasi, alternate tra 0 e 100, continuano e possono andare avanti anche per anni, disarmando completamente la vittima e facendo di lei soltanto un'appendice del carnefice, in ogni senso possibile.Nell'ultima parte dell'articolo, affronteremoil tema del distacco.