A New York il presidente del Consiglio Matteo Renzi promette: "faremo una riforma del lavoro degna di questo nome". La sede è quella del Consolato italiano e i toni sono entusiasti, tipici del politico americano si potrebbe pensare. Matteo Renzi rassicura gli italiani negli Usa che il governo pur di cambiare l'Italia non risparmierà battaglie in parlamento e fuori. Guerra dichiarata ai poteri forti, anche se confessa di temere di più i pensieri deboli. Nessuna paura, dunque, per il leader del Pd di portare avanti il Jobs Act, nonostante le opposizioni della minoranza del suo partito e dei sindacati.

Assicura gli italiani all'estero che l'Italia ripartirà perchè malgrado un debito pubblico importante vanta una ricchezza privata da fare invidia a molti paesi occidentali. 

La riforma del lavoro è il tema centrale del dibattito nella sede del Consolato italiano a New York e Renzi sottolinea in proposito il pensiero del ministro Poletti, rassicurando che non ci saranno pasticci ma che una riforma del lavoro verrà fatta e sarà degna di tale nome. Si è mostrato sicuro il numero uno del governo, così come lo era stato in occasione dell'intervista rilasciata al Wall Street Journal: nessuna preoccupazione in merito alle divisione interne al Pd. Una volta votato, ha assicurato, il partito andrà avanti compatto.

Sembra certo di riuscire a domare gli animi ribelli del suo partito tanto restii a una costrizione delle tutele offerte al lavoratore dall'articolo 18. Sicuro nonostante l'insistenza di Bersani, Civati e Fassina sulla necessaria contrattazione avente come oggetto gli emendamenti partoriti dall'incontro delle minoranze del Pd qualche giorno fa.

Matteo Renzi riceve i complimenti del primo cittadino di New York  Bill de Blasio che lo definisce un esempio di leadership. Il presidente del consiglio ringrazia e ricambia la stima dicendosi orgoglioso che il sindaco della città più importante del mondo sia di origine italiana. Infine, Renzi, conclude il suo intervento al Consolato italiano precisando per l'appunto che il Made in Italy non è solo cibo, buon vino, vestiti e ingegneria a New York ma anche personalità politiche di spicco come l'attuale sindaco e attingendo al passato, ricorda Fiorello La Guardia.