Gli Stati Uniti sono pronti a combattere lo Stato Islamico (Isis) sul campo se ce ne fosse bisogno. L’annuncio è arrivato dal vice presidente Usa Joe Biden, intervenuto in una conferenza stampa tenuta a seguito di un incontro bilaterale con il primo ministro turco Ahmet Davutoglu: “Sappiamo bene che sarebbe meglio trovare una soluzione politica – ha dichiarato Biden - ma se ciò non fosse possibile siamo pronti ad intervenire militarmente per spazzare via lo Stato Islamico”.

Ora la partita è tutta da giocare a Ginevra, dove lunedì si terranno i prossimi dialoghi di pace tra forze ribelli e governo di Damasco: l’obbiettivo è quello di unire le fazioni della guerra civile in Siria contro lo Stato Islamico, nemico comune a tutti gli schieramenti.

I ribelli finanziati dall’Arabia Saudita hanno però fatto sapere di non voler partecipare ai negoziati a meno che la Russia non blocchi i suoi bombardamenti.

Usa e Turchia non sono però d’accordo su tutto, in particolar modo è mancata una totale intesa sul ruolo delle milizie curde: per gli Stati Uniti, il Partito dei Curdi democratici uniti (PYD) e la sua ala militare, la People protection Unit (YPG) sono degli alleati nella lotta contro l’Isis e perciò hanno bisogno di continuare a ricevere supporto. Per Ankara, invece, l’YPG è solo un alleato del PKK, il Partito dei lavoratori curdi, considerato un’organizzazione terroristica da Turchia, Stati Uniti ed Europa. “IL PKK – ha ammesso Biden – non ha mostrato nessuna volontà né inclinazione a vivere in pace; è un’organizzazione terroristica e quello che fa è oltraggioso”.

In qualunque modo la si veda, le milizie curde sono state indispensabili nella riconquista di alcuni territori occupati dallo Stato Islamico, come nel caso di Kobane, la prima città siriana strappata ai soldati del califfo Abu Bakr al Baghdadi, il leader dell’Isis. I curdi spaventano Ankara a causa delle loro ambizioni secessioniste nell'est del Paese: se il Pkk e l'YPG sconfiggessero l'Isis sul campo, a quel punto sarebbe molto più difficile tenere sotto controllo i curdi che vogliono creare uno Stato nazionale.