Non si ferma di certo alla sfiducia bocciata l’offensiva del Movimento 5 Stelle al governo guidato da Matteo Renzi. La tensione è salita alle stelle tra il Pd e la principale compagine di opposizione nel corso delle dichiarazioni di voto in Senato. Il capogruppo Nunzia Catalfo ha puntato il dito contro il ruolo fondamentale di Denis Verdini che sta consentendo al premier di disporre di un buon margine di parlamentari che lo mettono al riparo da clamorosi ribaltoni. L’accusa all’esecutivo ha riguardato naturalmente anche lo scandalo Trivellopoli, paragonato a quella Tangentopoli che nel 1992 provocò un terremoto politico dalle proporzioni rilevanti.

L’inchiesta condotta dalla Procura di Potenza e dall’Antimafia ha portato alla luce un reticolare sistema illecito con la relativa contestazione di reati gravi quali l’associazione per delinquere e corruzione su tutti. A farne le spese è stato già l’ex ministro dello Sviluppo Economico, Federica Guidi, che si è dimessa per volere dello stesso Renzi. Un passo indietro che potrebbe preludere a nuovi colpi di scena.