La Francia non andrà alle urne per decidere la fuoriuscita del Paese dall'Unione Europea, almeno fino a quando Francois Hollande sarà al Palazzo dell'Eliseo. Dal presidente francese dunque un secco "no" alla proposta di Marine Le Pen, leader del Front National. La numero uno dell'ultradestra transalpina ha espresso amarezza al diniego del presidente, dopo aver esultato per quanto accaduto qualche giorno prima nel Regno Unito. "Vogliamo chiedere ai francesi se vogliono restare nell'Unione Europea - ha detto Marine Le Pen - e pertanto abbiamo reclamato l'organizzazione di un nuovo referendum.

Hollande ci ha risposto "no", trattando il popolo francese come l'ultima ruota del carro".

I rischi di un 'effetto domino'

La paura di un "effetto domino" causato dal Brexit che possa far crollare ad una ad una le pedine dell'Unione è palese. Francois Hollande difende a spada tratta la permanenza della Francia in UE ma l'anno prossimo si terranno le elezioni presidenziali e, secondo i sondaggi attuali, Marine Le Pen potrebbe giocarsi le sue carte forte di consensi già evidenziati ai recenti appuntamenti elettorali del Paese che vedono il Front National in ascesa. Nel Regno Unito, tra gli schieramenti politici che escono maggiormente rafforzati dal referendum pro e contro l'UE figura certamente la destra di Nigel Farage che ha auspicato "altri Paesi che potrebbero seguire il nostro esempio".

Un assist ai partiti nazionalisti di Francia ed Olanda. In quest'ultimo caso Geert Wilders, leader del partito euroscettico olandese, si è espresso a chiare lettere. "Se sarò il Primo Ministro ci sarà un referendum anche in Olanda, il popolo olandese deve decidere. Vogliamo essere responsabili per il nostro Paese, la nostra moneta, le nostre frontiere e la nostra politica sull'immigrazione".

Il "Nexit" potrebbe essere il prossimo spauracchio di Bruxelles. In Italia ha ovviamente esultato Matteo Salvini, sottolineando il "coraggio dei liberi cittadini britannici". Il segretario della Lega Nord ha auspicato che "l'Italia non sia l'ultima ad abbandondare una nave che affonda". Per quanto riguarda il nostro Paese, ci sono i risultati di un recente sondaggio che, in teoria, metterebbero al sicuro ad eventuali euroscetticismi in crescita.

Fermo restando che la Costituzione non ammette un referendum sullo stile Brexit, secondo i dati Ixè per Agorà sono comunque ben oltre la metà gli italiani favorevoli all'Unione, il 68 per cento contro il 27 che vorrebbe seguire l'esempio del Regno Unito ed un 5 per cento di incerti.