Ormai da molti mesi in Venezuela regna il caos. I problemi sociali, politici ed economici sembrano non avere fine.

Il sindacalista Nicolás Maduro Moros divenuto presidente dopo la morte di Hugo Chávez ha dovuto fare i conti negli ultimi anni con la caduta del prezzo del petrolio e con un'opposizione sempre più agguerrita.

Il governo è conscio che alle prossime elezioni subirà una grande sconfitta e cerca di prendere tempo. D'altra parte le forze opposte sono già divenute maggioranza in parlamento e lo stallo legislativo affligge tutto il paese.

Dopo mesi di lotta e una crisi alimentare e umanitaria troppo dura per il popolo venezuelano, sono iniziati i primi negoziati sotto supervisione di tre presidenti stranieri e sotto la pressione delle istituzioni ecclesiastiche.

La chiesa interviene come mediatore

Dopo l'intervento di Papa Francesco, Maduro accetta l'accordo sull'aiuto umanitario internazionale. Precedentemente fu rifiutato con durezza. Il governo infatti è sempre stato contrario ad una simile apertura, assicurando che questa fosse un semplice tentativo di boicottaggio. Al contrario molte ONG e parte della società civile venezuelana hanno dimostrato come la mancanza di cibo e medicinali fosse una realtà. Questo dietrofront dell'esecutivo dimostra come il presidente abbia perso credibilità anche davanti al suo popolo.

Compromesso politico

L'obbiettivo principale delle forze anti-governative "Mesa de Unidad Democràtica" sono le elezioni anticipate. Dopo aver provato a revocare il mandato di presidenza a Maduro attraverso un referendum, vogliono ora provare direttamente con le elezioni.

Il caos regnante in venezuela ha ormai toccato anche le ideologie. Coloro che nel passato furono ferventi sostenitori di Chavez, oggi sono esasperati dalle politiche populiste.

Il riconoscimento dell'opposizione da parte del governo e viceversa degli ultimi giorni, lascia presagire un radicale cambiamento e un punto di rottura con il passato.

Grazie ad una forte mediazione esterna e alla pragmatictà delle due fazioni, si potranno unire idee comuni sul futuro del potere a Caracas. Ovviamente non potranno mancare grandi compromessi e volontà di cambiamento.

Tutto il popolo sud americano sta aspettando questa ventata di riforme, spesso dimenticate dalla classe politica.