Dopo che nel 2013 il Senato della Repubblica votò a favore della decadenza di Silvio Berlsconi, molti giornali e molti suoi avversari politici pronosticarono la fine del berlusconismo dopo che per vent'anni questo stesso periodo ha caratterizzato ed in qualche modo segnato la vita della politica italiana e del Paese stesso. Dopo i vari tentativi di designare un proprio delfino, da Casini ad Alfano, senza dimenticare Fini nessuno è riuscito effettivamente ad accaparrarsi lo scettro di federatore del centro-destra. L'occasione dell'incontro di Malta tra i membri del Partito Popolare europeo era troppo ghiotta per il leader di Forza Italia per farsela sfuggire, dopo la scadenza delle pene accessorie dovute alla sentenza di condanna del Tribunale di Milano.

Nei tanti bilaterali tenuti con Merkel ed Orban in particolare, berlusconi si è fatto garante di un centro-destra moderato, non lepenista come da più parti si ventila, viste anche le tante uscite pubbliche e televisive del leader della Lega Nord Matteo Salvini. In Europa lo spettro di una Francia a trazione Le Pen ed un'Italia fortemente spostata a destra spaventa e non poco. Questo è il motivo per cui evidentemente si sono visti tante strette di mano e abbracci con chi ha guidato la coalizione di centro-destra negli ultimi vent'anni.

Ovviamente ha suscitato molto interesse l'incontro durato circa una mezz'ora con la cancelliera tedesca, la quale avrebbe confidato di temere molto la possibile vittoria di #Beppe Grillo del M5S oppure una larga affermazione del Carroccio, che per bocca del suo leader ha risposto piccato "io ho altre frequentazioni"riferendosi ai bilaterali maltesi ed al congresso del PPE.

La strada per le elezioni è ancora lunga ma le visioni sono diverse, anche se in quasi tutte le città al voto, riferendoci al Nord, Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia correranno insieme, restando sempre un mistero su cosa farà Alfano al momento di allearsi nel caso in cui venisse approvata una legge elettorale con il sistema maggioritario.