I dubbi da parte del diretto interessato ci sono e sono legittimi. Probabilmente, senza lo scandalo dei compensi elargiti alla moglie Penelope per consulenze mai svolte, scaturito in un'inchiesta giudiziaria, la corsa elettorale di Francois Fillon sarebbe stata diversa. L'ex primo ministro ha comunque scelto di proseguire per la sua strada, nonostante l'evidente calo di consensi poi confermato dal voto. Ha ottenuto il 20 % e non è comunque il risultato peggiore di un candidato presidente repubblicano. Jacques Chaban-Delmas e Jacques Chirac avevano fatto peggio nel 1974 e nel 1981 con, rispettivamente, il 15,1 ed il 18 %.

Possiamo dunque parlare di sconfitta dignitosa, ma pur sempre una sconfitta. In questo caso, va imputata senza dubbio alla crescita del Front National, l'estrema destra che ormai da tempo raccoglie consensi da ex elettori del centrodestra moderato.

'La verità emergerà'

Le proiezioni del voto hanno immediatamente chiarito che, a meno di cataclismi elettorali, la corsa per la presidenza sarebbe stato un duello tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen. Francois Fillon si è dichiarato "deluso" ed i suoi rimpianti sono legati alle questioni extrapolitiche. "Prima o poi la verità emergerà - ha detto Fillon rivolto ai suoi elettori, in merito all'indagine della magistratura a suo carico - ma purtroppo non sono riuscito a convincervi.

La sconfitta è comunque una mia responsabilità e tocca a me portarne il peso. Ora chiedo agli elettori del centro e della destra di restare uniti e determinati per i prossimi appuntamenti elettorali, alle elezioni legislative faremo sentire il nostro peso. Nell'attesa bisogna però votare e scegliere chi è preferibile e la scelta non può che cadere su Macron".