Una debacle storica da parte di una forza politica che ha guidato saldamente la Francia negli anni '80, in un periodo di importanti riforme e cambiamenti. Che il Partito Socialista avesse poche speranze di incidere nella corsa verso l'Eliseo era più che certo, tutti i sondaggi effettuati nell'arco degli ultimi mesi davano Benoit Hamon ben al di sotto di Emmanuel Macron e Marine Le Pen, ma anche più in basso rispetto a Fillon e Melenchon. Il crollo evidenziato dalle urne è stato ancora più rovinoso delle peggiori previsioni, addirittura il 6 % rispetto al 10 che gli era stato accreditato: per i socialisti è il peggior risultato di sempre, da quando il partito è stato fondato nel 1971 da Francois Mitterrand.

Se era stato considerato disastroso il 16,2 % ottenuto da Lionel Jospin nel 2002, qui si va vicini allo scenario apocalittico, reso ancora più devastante dai dettagli del voto negli enti locali: nessuno dei 96 dipartimenti metropolitani, infatti, è stato appannaggio di Hamon. Anche in questo caso si tratta di un dato negativamente storico. Ed ora, secondo alcuni critici, i socialisti transalpini rischierebbero addirittura l'estinzione politica.

Una Waterloo senza attenuanti

Inutile cercare altrove i colpevoli, il quinquennio della presidenza di Francois Hollande ha letteralmente 'fracassato' quanto di buono era stato riscostruito nell'epoca del dopo-Mitterrand. Gli elettori socialisti hanno cercato la svolta alle primarie, promuovendo Benoit Hamon ai danni di Manuel Valls, mossa comprensibile se consideriamo che quest'ultimo è l'ex primo ministro del presidente Hollande.

Hamon ha iniziato la sua missione impossibile, la cronaca di una sconfitta annunciata. Ma la sua disfatta non è certamente da imputare alla crescita esponenziale dell'estrema destra, quanto alla fuga di voti dall'area socialista al movimento 'En Marche!' di Emmanuel Macron. Subito dopo aver ammesso la sconfitta già alle proiezioni di voto, Benoit Hamon ha invitato i suoi elettori a sostenere il dissidente Macron.

"Ho fallito, non sono stato in grado di evitare un disastro annunciato ormai da anni, è una mia responsabilità", ha detto. Dichiarazione di grande onestà intellettuale, fermo restando che il candidato presidente socialista meno votato della Storia di Francia è certamente il meno responsabile di questa Waterloo.