Un anno fa il Terremoto in centro Italia. Il primo evento sismico che ha devastato interi Paesi tra Marche, Umbria e Lazio è avvenuto il 24 agosto dell'anno scorso con un bilancio apocalittico: 299 morti e 388 feriti. Purtroppo, nell'arco dei mesi, non è stato l'unico sisma che ha colpito la zona: la terra ha tremato con estrema violenza anche il 26 ed il 30 ottobre 2016 ed il 18 gennaio di quest'anno. Terminata la fase del cordoglio, è iniziata quella della ricostruzione e qui le note italiche sono storicamente dolenti, se consideriamo che tra tutti i terremoti più violenti che si sono verificati nel Belpaese dal dopoguerra ad oggi, soltanto il Friuli ha visto il completamento delle opere previste.

Paolo Gentiloni ha ereditato la 'questione terremoto' dal suo predecessore, Matteo Renzi. Ad un anno dalla tragedia, il premier giudica "eccezionale la risposta del governo, nei confronti di un evento sismico eccezionale" e lo ha ribadito a chiare lettere nel corso di una conferenza stampa convocata a Palazzo Chigi.

La conferenza stampa a Palazzo Chigi

La notizia più importante fuoriuscita dall'incontro con i giornalisti è però quella relativa alle dimissioni di Vasco Errani, commissario straordinario per la ricostruzione. Era nell'aria da settimane, il presidente del Consiglio si è limitato ad ufficializzarla. "La sua esperienza si concluderà a settembre - ha detto Gentiloni - ed era noto da tempo visto che la nomina prevedeva un mandato annuale.

Lo ringrazio per i risultati esemplari raggiunti". Il premier ha ringraziato anche Fabrizio Curcio, ex capo della Protezione Civile ed ha rinnovato l'impegno del governo nei confronti dei cittadini di Amatrice, Accumoli e degli altri Paesi interamente distrutti dal sisma. "La ricostruzione ci sarà, perché è un impegno che questo governo ha preso con i cittadini delle zone terremotate".

In tal modo, il capo del Governo invita gli abitanti delle zone devastate dal sisma a non perdere la speranza. "La forza motrice di tutta la nostra opera è la fiducia dei cittadini di questi territori".

Ricostruzione: più poteri a Regioni ed enti locali

Vasco Errani si dimetterà dalla carica il prossimo 9 settembre, il governo Gentiloni sceglierà ovviamente un nuovo commissario che avrà lo stesso ruolo, ma poteri e responsabilità condivise.

"Le responsabilità del nuovo commissario straordinario saranno ridistribuite - ha puntualizzato Paolo Gentiloni - in un nuovo sistema che andrà ad evolversi assegnando più poteri a Regioni ed enti territoriali". Ma ovviamente questo non può avvenire dall'oggi al domani, visto che la legge che regola la ricostruzione post-terremoto in territorio italiano ha come punto centrale il commissario. "Nelle prossime settimane penseremo ad un'evoluzione in tal senso - ha precisato il premier - ma siamo convinti che la fase della ricostruzione debba vedere protagonisti gli amministratori dei territori colpiti". Inoltre, il presidente del Consiglio dei ministri getta acqua sul fuoco delle polemiche accese intorno all'esenzione fiscale per le popolazioni terremotate.

"La circolare è in via di correzione", ha spiegato.

Delrio ed i soldi non spesi

Il premier Paolo Gentiloni non è stato l'unico esponente di governo ad intervenire sulla questione terremoto, a pochi giorni dal triste anniversario. Di ricostruzione post-sisma ha parlato, infatti, anche il ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio, intervenuto a Rimini nel corso del tradizionale meeting per l'amicizia tra i popoli. Delrio è stato piuttosto schietto ed ha preferito mettere le mani avanti. "Il problema relativo alla ricostruzione non sta nelle risorse finanziarie. I soldi ci sono, ma è necessario spenderli nel modo giusto". Dinanzi alle critiche sollevate da diversi sindaci delle zone terremotate, il ministro ammette più di una lacuna.

"Bisogna essere sinceri - ha spiegato - dicendo ad esempio che i 2,5 miliardi stanziati per la prevenzione del dissesto idrogeologico non sono stati spesi, così come sono tutt'ora inutilizzati i fondi relativi all'edilizia scolastica". Puntato il dito, Graziano Delrio non cerca alibi per il governo e, conseguentemente, nemmeno per sé stesso. "Compito del governo è quello di controllare in che modo vengono spesi i soldi stanziati, oltre a dare supporto per la ricostruzione. Pertanto è chiaro che in questa situazione ci sono responsabilità a qualunque livello".

Una macchina che non funziona a dovere

Lungimirante o sincero, ad ogni modo molto meno ottimista rispetto al suo presidente. Il ministro Delrio ha citato anche il bonus anti-sismico che consente la detrazione quinquennale delle spese sostenute fino ad un massimo dell'80 per cento.

Si tratta di un finanziamento a carico dello Stato con il quale i cittadini possono mettere in sicurezza l'immobile di proprietà. Pochi, finora, ne hanno beneficiato. "Sull'argomento occorre una maggiore sensibilizzazione - ha detto - ma nel complesso serve coraggio e lungimiranza da parte di chi prende le decisioni. La ricostruzione non può avvenire dall'oggi al domani, ma se il Paese si mostra più interessato alle inaugurazioni, rispetto alla manutenzione, tutto diventa più complicato". La speranza è sempre l'ultima a morire, ma la storia d'Italia insegna come gran parte delle ricostruzioni post-terremoto si siano trasformate in tormentoni andati avanti per decenni e, a parte un unico caso, ancora in esecuzione.

Quello del centro Italia è soltanto alle battute iniziali e tutte le opere necessarie saranno certamente portate avanti da un esecutivo diverso rispetto all'attuale. Speriamo solo di non vederne sfilare troppi, ma visti i precedenti è estremamente difficile mantenere alto l'ottimismo. Sembra di assistere all'ennesimo 'gioco del cerino' all'italiana dove però a bruciare sono sempre le dita dei cittadini delle zone terremotate.