A pensare che il veleno di api, serpenti e scorpioni, possa diventare un valido aiuto nella cura contro il cancro al seno e al melanoma, è una notizia davvero eccezionale. Vero che, ormai, in commercio troviamo tanti prodotti per la cosmesi come: siero di vipera (un potente anti-rughe), bava di lumaca (proprietà esfolianti, rigeneranti e nutritive per la pelle), olio di fegato di squalo (per rafforzare le difese immunitarie), e l'ultima nata una crema a base di apistassina (veleno prodotto dalle api) per combattere l' invecchiamento della pelle; però pensare che il veleno possa diventare una cura così importante per l' uomo, nessuno l' avrebbe mai immaginato. 

In realtà, l' uso terapeutico del veleno estratto dalle api, risale ad almeno duemila anni; utilizzato per curare molte malattie reumatiche e vascolari.

Studi recenti hanno evidenziato, che il veleno delle api contiene la mellitina, il più potente antinfiammatorio conosciuto in natura, ricco di sostanze analgesiche (distamina, isolecitina e apamina), che agiscono sul sistema nervoso centrale. Questo veleno, inoltre, stimola le capsule surrenali, inducendo un aumento del tasso di cortisone nel plasma sanguigno.

La proposta di utilizzare il veleno di api, serpenti e scorpioni, per curare malattie ben più gravi come il tumore al seno e il melanoma; arriva dal 248imo Congresso Nazionale dell'American Chemical Society, la più grande società scientifica al mondo. Dipanjan Pan,  ricercatore dell'Università dell'Illinois di Urban - Champaign (Stati Uniti) ha presentato i risultati della ricerca, che ha permesso di estrarre il veleno dalle api e testarlo, con le dovute modifiche, su cellule tumorali del seno e melanoma.

Effettivamente, non si può iniettare direttamente il veleno, ribadisce Pan, perché causerebbe gravi effetti collaterali e danneggerebbero il muscolo cardiaco e le cellule nervose, provocando coaguli nel sangue o al contrario l'induzione a emorragie sottocutanee.  Il gruppo di ricercatori, lavorando sul veleno delle api, in particolare sulla mellitina (sostanza presente in questo veleno) l'ha trasformata in tossina imprigionandola dentro a nanoparticelle, e iniettandole nel sistema circolatorio, si sono accorti che, non causavano effetti collaterali, ma  andavano a colpire direttamente il cuore del tumore, bloccando la crescita e la sua diffusione.

Pan, ha spigato che i ricercatori, sono riusciti a ricreare in laboratorio, tossine sintetiche, in grado di mimare le componenti di altri veleni, come quelli di serpenti e scorpioni, e imprigionando anch'esse in nanoparticelle, possono essere usate come cure antitumorali. Prima di testare queste potenziali tetapie sull' uomo, i ricercatori ipotizzano che ci vorranno ancora 3 o 5 anni, ma sicuramente aver trovato una cura così efficacie contro i tumori, ci fa ben sperare.