Hanno suscitato molte polemiche le dichiarazioni riguardanti i rischi della sigaretta elettronica del gruppo di controllo del tabacco dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, presieduto dalla dottoressa Vera da Costa e Silva; dichiarazioni fatte durante il congresso internazionale dell'Iaslc (International Association for the Study of Lung Cancer) tenutosi a Vienna dal 4 dicembre e che si conclude oggi.

La dottoressa Vera da Costa e Silva afferma che questo nuovo prodotto, utilizzato sopratutto dai ragazzi più giovani, ma non solo, sia solamente un'altra strategia delle multinazionali del tabacco per rendere le persone succubi e schiave di una nuova forma di dipendenza.

Sigarette elettroniche e normali: stessi danni

Visto la continua e capillare diffusione di questi nuovi prodotti all'interno della nostra società si devono fare leggi che possano tutelare i consumatori e non lasciare il mercato nelle mani delle industrie, le quali influenzano e finanziano studi a favore delle loro nuove creazioni per renderle più appetibili al consumatore finale. Il professore Alan Shihadeh, dell'università americana di Beirut, precisa quanto una sigaretta normale e una sigaretta elettronica siano egualmente dannose. Infatti l'utilizzo di quest'ultima per smettere di fumare non sarebbe per niente utile, anzi chi si affida alle sigarette elettroniche per riuscirci, secondo alcuni studi, avrebbe il 25% di possibilità in meno di raggiungere il proprio obbiettivo.

Inoltre la maggior parte delle volte chi fuma e-cigarettes continua anche con quelle classiche sottoponendo l'organismo a un'alta assunzione di nicotina, infatti fumatori classici e di sigarette elettroniche hanno il medesimo livello di nicotina nel sangue.

La promozione aggressiva di prodotti controversi

Il successo di questo tipo di sigarette risiede nel fatto che venga continuamente proposto un marketing molto aggressivo in favore di questi prodotti.

Il cavallo di battaglia di queste pubblicità è la visione della sigaretta elettronica come sistema compensativo alle sigarette, rese più attraenti di quelle normali dal momento che non dovrebbero avere nessun tipo di controindicazione per la salute di chi le utilizza. Solo il 34% degli studi affermano la non dannosità della sigaretta elettronica, e questi studi hanno conflitti di interessi enormi.

"È importante che le università non prendano soldi dalle industrie e che non ci sia promozione dei prodotti né delle ricerche finanziate dalle industrie. Per non diffondere informazioni controverse." È questo il commento con cui conclude la rappresentante dell'Oms.