Non si tratta della scoperta di una nuova forma di vita nello spazio ma, per la sua natura scientifica, la notizia è davvero interessante.

Gli astronauti della stazione spaziale internazionale sono riusciti a identificare ed isolare un nuovo batterio, finora sconosciuto all'uomo. E' molto probabile che si tratti di una forma di vita primordiale arrivata sull'ISS dalla nostra stessa Terra e poi mutata nello spazio. Dopo aver superato l'iniziale timidezza, il batterio finalmente ha deciso di mostrarsi ed è apparso nel filtro di sistema di pulizia dell'ossigeno della Stazione.

Insomma, stiamo parlando del primo batterio sconosciuto scoperto fuori dal nostro pianeta. La NASA ha deciso di dedicare questa scoperta al presidente indiano Abtul Kalam, scomparso nel 2007, molto sensibile alle tematiche di investigazione spaziale. Così, il nuovo batterio è stato ribattezzato "solibacillus kalamii".

Un batterio extraterrestre?

Secondo le prime analisi, il solibacillus kalamii avrebbe sopravvissuto nella Stazione Spaziale Internazionale per circa 40 mesi, stabilendosi all'interno della stessa tra il gennaio del 2008 e il maggio del 2011.

Il laboratorio della NASA ha escluso che possa trattarsi di un tipo di forma vivente extraterrestre. L'ipotesi più verosimile è che si tratti di uno scarto genetico caricato a bordo dell'ISS assieme a qualche modulo della strumentazione.

Ciò che più sta interessando gli investigatori scientifici è la capacità dello strano batterio di resistere alle radiazioni ultraviolette. Inoltre, ha dimostrato di poter sopportare temperature anche rigidissime, comprese tra i 20 e 40 gradi sottozero, mantenendosi in vita a oltre 400 km di distanza dal pianeta Terra.

Astronauti e batteri

Per evitare contaminazioni, la NASA ha sviluppato un attento e scrupoloso protocollo di sterilizzazione di ogni strumento, modulo o accessorio che viene caricato all'interno dell'ISS. Evidentemente però, lo spazio offerto dalle sue 419 tonnellate di peso e i 227 astronauti ospitati finora, hanno concesso più di qualcosa alla casualità.

All'interno della Stazione, sia l'acqua che l'aria vengono riciclate per evitare l'accumulazione di batteri in questo luogo, ermeticamente sigillato. Il pericolo maggiore è, per esempio, la corrosione di strumentazioni e pareti, rivestiti con materiali appetibili per questi microrganismi unicellulari.

Ad ogni modo, va detto, certamente esistono batteri cosiddetti 'utili'. Nonostante i pericoli, possono infatti offrire informazioni interessanti circa la sopravvivenza, e le mutazioni, in ambiente extraterrestre. Kasthuri Venkateswaran, Senior Research Scientist della NASA, afferma infatti che il nuovo batterio sconosciuto sarà: "...fondamentale per elaborare composti chimici atti a proteggere dai danni delle radiazioni".

Una crema solare extraterrestre? Staremo a vedere...