Se ci avessero detto qualche anno fa che avremmo potuto passare gli anni della nostra vecchiaia a parlare con una scatola semovente che ci segue in casa come un docile cagnolino, ma che a differenza dell'animale ci parla ricordandoci l'appuntamento col medico o ci mette in contatto audio-video coi nostri cari, forse ci saremmo messi a ridere a meno che non fossimo stati voraci lettori dei romanzi di Isaac Asivov e profondi conoscitori delle sue tre leggi della robotica.

Il progetto Omniarobocare

Sicuramente conoscono quelle leggi i ricercatori del reparto di bio-robotica dell'Istituto Superiore Sant' Anna di Pisa che in qualche modo vi si sono ispirati quando hanno immaginato e deciso di costruire KuBo, con il fondamentale ausilio della software house cesenate eResult, all'interno del progetto Omniarobocare, finanziati in questa impresa dall'Unione Europea e dalla regione Toscana.

Il prototipo di questo assistente domestico, presentato il 23 aprile scorso nell'aula magna dell'istituto toscano, rappresenta solo l'atto conclusivo del progetto denominato Omniarobocare, che si è sviluppato durante due anni e che ha dato vita a varie sperimentazioni e test avvenuti, sia nella casa domotica di Peccioli (Pisa), gestita dall'ateneo toscano, che presso tre abitazioni di persone anziane residenti nella provincia di Pisa.

La struttura di KuBo

KuBo è stato costruito partendo dalla piattaforma mobile omnidirezionale youBot della società tedesca Kuka, sulla quale sono stati implementati i dispositivi di comunicazione e controllo che, attraverso una connessione wireless a banda larga ed un software dedicato, permettono all'utente di svolgere innumerevoli funzioni di assistenza, controllo e comunicazione in ambito domestico anche in situazioni di notevole disagio.

Cosa può fare KuBo

KuBo, secondo quanto dichiarato dal dottor Filippo Cavallo, uno dei ricercatori che ha sviluppato questo prototipo, è un robot completamente autonomo in grado di auto ricaricarsi e capace di muoversi liberamente all'interno della casa evitando ostacoli, interagendo con l'utente attraverso un tablet o il riconoscimento vocale.

E' come un tavolino che, a orari programmati o a comando vocale, trasporta e prende, grazie ad un braccio robotico, oggetti di piccole dimensioni di cui si ha bisogno o ricorda cose da fare.

KuBo è connesso in banda larga ad internet e attraverso la tecnologia cloud, interagendo con un ambiente domotico, è in grado di rilevare situazioni critiche, come ad esempio fughe di gas o malori della persona anziana, per comunicarle a persone che non sono presenti in casa, avvisandole e mettendole eventualmente in comunicazione, anche audio video, con l'utente.

Cosa ci riserva il futuro?

Con Kubo e tutti i prototipi del progetto Omniarobocare non siamo certamente in presenza di robot come quelli rappresentati dal buon androide Data della serie tv Star Trek - The Next Generation nè, tantomeno, del tormentato replicante Roy Batty del film Blad Runner di Ridley Scott, ma ci stiamo sicuramente iniziando ad addentrare in un nuovo mondo molto più vicino a quello immaginato da Asimov, che avrà sicuramente anche nuove regole simili forse alle sue famose tre leggi della robotica.