Orange, il colosso mondiale nelle forniture di servizi telefonici, secondo in Europa, a due mesi di distanza dall' avance, poi ridimensionata, espressa dall' A.D. Stephane Richard per una sua intenzione all' acquisto di una quota azionaria in Telecom Italia, lascia ancora trapelare il proprio interesse per la nostra compagnia telefonica nel quadro di un proprio rafforzamento europeo.

Questa volta a parlare è Gervais Pellissier, responsabile delle operazioni di Orange in Europa, il quale, durante una colazione a Parigi con alcuni giornalisti anglo-americani (come riportato da A.

Thomson sul Financial Times), avrebbe dichiarato che nei prossimi cinque anni avverranno, all'interno del mercato europeo delle telecomunicazioni, diverse operazioni di accorpamento e consolidamento da parte dei maggiori gruppi a scapito dei "piccoli" operatori che agiscono prevalentemente o solo all' interno del loro mercato nazionale di riferimento. Nel definire i "piccoli" operatori europei di telecomunicazioni Pellissier ha fissato i suoi bersagli possibili sull' olandese KPN e sulla belga Belgacom, ma anche sulla nostra Telecom che sta, proprio in questo periodo, modificando il proprio assetto azionario.

Il riassetto azionario di Telecom

Uscita di scena la spagnola Telefonica, le azioni Telecom in possesso dei gruppi che formavano il disciolto consorzio Telco pari al 22,4% dell' azionariato, stanno per passare di mano.

Assodato che l' 8,3% di questo pacchetto è ufficialmente passato alla francese Vivendi, resterebbero da scambiare azioni pari a circa il 14%, diversamente distribuite tra Generali, Intesa San Paolo e Mediobanca, tutte e tre apertamente dichiaratesi disponibili alla loro cessione e la prima parrebbe essere Mediobanca entro la fine di giugno.

In questo scenario le frasi di Pellissier potrebbero quindi suonare come una possibile dichiarazione di guerra a un altro francese, Vincent Bollorè capo di Vivendi, che aveva già ammesso l' interesse ad aumentare l'entità del suo peso azionario in Telecom Italia. Considerando invece il forte senso nazionalista dei transalpini e la forte pressione politica esercitata dallo Stato francese, socio di minoranza in Orange, anche nella recente trattativa, ancora in corso, per la cessione della piattaforma internet Dailymotion alla società guidata da Bolloré, dopo che Parigi ha osteggiato apertamente la cessione dello Youtube europeo, prima alla statunitense Yahoo e poi alla società di Hong Kong Pccw, si può forse immaginare un panorama completamente differente nel futuro di Telecom.

Una nuova invasione dei Galli

François Hollande, come un novello Vercingetorige, potrebbe aver organizzato i vari gruppi francesi (non si trascuri l'accordo già sottoscritto tra Telecom e Fastweb con un'altra società francese l' Alcatel Lucent per l'utilizzo della tecnologia E-Vdsl ) per un assalto alle moderne vie commerciali di trasporto della penisola italica, scelta come terra di conquista. Alcatel e Vivendi in questa ricostruzione parrebbero perciò essere più un cavallo di Troia la prima ed una testa di ponte la seconda per permettere l'ingresso in Telecom dell' armata di Orange. Quadro questo che avrebbe forse anche più senso, della sola presenza di Vivendi, nel futuro azionario del gruppo guidato da Giuseppe Recchi.

Staremo ovviamente a vedere e, mentre il titolo Telecom continua a dare segni positivi, da noi pare manchi all'appello un novello Giulio Cesare che riesca vittoriosamente ad opporsi a questa nuova invasione dei Celti.