bruno vespa, storico conduttore di Porta a Porta sulla rete ammiraglia della Rai, scrive una lettera al Consiglio di Amministrazione dell'azienda, per difendere il suo compenso. Secondo quanto dichiarato da Vespa, le sue prestazioni su Rai 1, sono di natura artistica e non giornalistica, per questo motivo il suo compenso non è soggetto a nessun tetto massimo. Quella che il conduttore richiama, è una norma del 2007 che esonera dai tetti, le prestazioni professionali ed artistiche: poi ricorda che, sin dal lontano 2001, i suoi contratti stipulati con l'azienda, sono di carattere artistico con contributi Enpals.

Bruno Vespa blocca il suo compenso

Lunedì scorso Bruno Vespa ha inviato una lettera ai vertici della Rai, per cercare di difendere il suo compenso: da molto tempo ormai si parla dei tetti massimi, per coloro che lavorano con prestazione di servizio. Il conduttore si è definito un artista e non un giornalista, le sue dichiarazioni richiamano una norma del 2007, la quale non prevede tetti massimi per prestazioni professionali o artistiche. Il conduttore ha precisato che la Rai ha fatto un po' di confusione con programmi che trattano argomenti di natura prettamente giornalistica ed altri di natura artistica. Porta a Porta non può essere considerato un programma di natura esclusivamente giornalistica, altrimenti - spiega - bisognerebbe cambiare i contratti a tantissimi professionisti che conducono trasmissioni similari.

Il paragone con Fabio Fazio

Bruno Vespa ha voluto portare il paragone tra lui e Fabio Fazio, altro conduttore Rai fortemente contestato per il suo compenso milionario, dichiarando in maniera esplicita: "Tra un Fabio Fazio che si occupa di Falcone e un Bruno Vespa che fa un programma su Ballando con le stelle chi è l'artista e chi il giornalista?

Ha sempre sbagliato la Rai". Il confronto con Fazio non è casuale, se consideriamo che il polverone sui compensi Rai, si è sollevato proprio a causa di stipendi così alti come il suo. Vespa vuole difendere il suo compenso a denti stretti, avvalendosi anche del parere dell'Avvocatura dello Stato, che definisce la differenza basilare dell'impiego.

Infine si è lamentato non poco sulla riservatezza della sua lettera che doveva essere privata, ma secondo quanto da lui stesso dichiarato, in Rai di privato non c'è assolutamente nulla.

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