Legambiente denuncia che il 25% degli abusi del Lazio (10.397 su 41.588) deturpa aree sottoposte a  vincolo,  il 22% (9149) riguarda comuni costieri del Lazio e  il 30% del totale sono praticati a Roma.Oltre a San Felice Circeo, dunque, quanti Ecomostri da demolire ci sono ancora?

Ovviamente l'associazione ambientalista vive con compiacimento l'avvio della demolizione di due degli scheletri abusivi di Quarto Caldo nel cuore del Parco Nazionale del Circeo, anche perchè la  battaglia a colpi di documenti burocratici è durata “solo” 35 anni; battaglia vinta anche grazie alla collaborazione dell'Ente Parco e dell'Ufficio Vigilanza sull'abusivismo della Regione Lazio. Gli abusi edilizi della regione Lazio costituiscono, con Sicilia, Calabria,Puglia e Campania, i due terzi del fenomeno nazionale.

Ancora da abbattere le 285 unità abitative della lottizzazione abusiva Bella Farnia a Sabaudia, in attesa del giudizio della Cassazione, i 10 villini edificati sulla piana di Sant'Agostino a Gaeta  gli abusi del camping Santa Anastasia di Fondi ed il caso del parcheggio sulla spiaggia a Lavinio  tralaltro senza essere utilizzato da molti anni.

Lottizzata abusivamente un'area di quattro ettari a Pomezia , mentre ad Ardea è stato disposto il sequestro di un'area agricola di circa 35 mila metri quadri sulla quale sono stati realizzati 168 appartamenti destinati ad abitazioni civili.

Se qualcuno ha pensato di poter vivere nel parco nazionale del Circeo, è ovvio che altri ritengano di poter far campeggiare nei 33 ettari all'interno dell'area protetta della pineta di Castelfusano, area su cui esistono circa 800 unità abitative e ormeggi per circa 200 imbarcazioni già denunciate da Legambiente nel 2004.

Anche la regione Campania ha i suoi bei numeroni Napoli con 16.837 ordinanze e solo 710 abbattimenti effettuati (il 4,2%) detiene un pessimo primato; ma considerando la superficie di alcune zone e la popolazione residente, sono numeri enormi anche quelli del resto della Campania.

Nel 2011 sono pervenuti 148 ricorsi da Ischia, 62 da Capri, 67 da Sorrento,  territori sottoposti a vincoli paesaggistici, nonché a rischi idrogeologici. In Italia abbiamo un  condono edilizio ogni 9 anni: 1983, 1994, 2003.

Dal 2003(ultimo condono) al 2011 sono stati 258.000 gli abusi relativi a nuove abitazioni e ampliamenti di edifici preesistenti o in nuovi edifici non residenziali, da 5 mila euro per una veranda in periferia, a 250.000 euro per una mini lottizzazione che hanno generato un volume d'affari stimato da Legambiente in 18,3 miliardi di euro. Quindi con queste cifre siamo arrivati al “condono del nono anno” che è stato discusso nel 2012.

Questa volta il nono anno ha portato il no del governo al condono edilizio, l'esecutivo ha, proprio in questi giorni, assecondato il volere di partiti, ambientalisti e del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.

 Tra i contrari l'Ance (associazione nazionale costruttori edili) e l'Unione degli Inquilini, giudicata "scellerata”, “pericolosa per i cittadini”e “devastante” per l'equilibrio del territorio; “ ricorrere alle sanatorie favorisce l'illegalità, deturpa il territorio,  genera corruzione e danneggia le imprese che lavorano rispettando le leggi”; sono le parole del  presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, aggiungendo che c'è bisogno di riqualificare gli edifici ed il territorio, cominciando da scuole ed ospedali.