Nelle scuole del comune in provincia di Roma in cui vivo, è stata discussa nuovamente l'emergenza Radon. Più precisamente si parlato dell'ennesimo rinvio all'inizio delle opere di bonifica in merito alla presenza di oltre 500Bc/mc di Radon negli edifici scolastici richieste dopo la misurazione effettuata dall'ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambientale) nel 2004 nel rispetto della normativa UE vigente.

Sapevo già della presenza di Radon è in località di origine vulcanica, pertanto tutta l'Italia è interessata dalla presenza, più o meno elevata di questo gas; ma non sapevo che il Lazio e la Lombardia fossero le “centrali nucleari”del Paese, con emissioni medie superiori a 400Bc/mc.

Facciamo l'identikit del  “killer silenzioso”. Il radon è stato scoperto nel 1898 dai coniugi Curie durante i loro studi sulla radioattività naturale di alcuni elementi: è un gas nobile, ed in quanto tale è inerte, è inodore, incolore ed insapore pertanto non avvertiamo la sua presenza.

Questo elemento è concentrato nel terreno e nelle rocce, è solubile in acqua ed è presente in quantità apprezzabili nelle falde sotterranee; ma proprio per effetto del decadimento dell'atomo è poco presente nella rete idrica periferica di superficie. Come altri elementi, come l'Uranio da cui deriva per esempio, è naturalmente radioattivo e quindi nuoce alla nostra salute, ciò nonostante deve essere utilizzato in terapie mediche radianti.

La Comunita Europea fissa i limiti da non superare ed in presenza dei quali è necessario intervenire in 200-400 Bq/m3. Gli interventi di bonifica del territorio “raccomandati dalla UE”, riguardano principalmente l'isolamento dal suolo mediante pozzi di raccolta sotterranei a depressione, che rallentano le emissioni e la ventilazione degli ambienti mediante sistemi di areazione.

 Proprio per l'impossibilità del nostro corpo di percepire la presenza del Radon, noi lo respiriamo continuamente, anche perchè il radon si distribuisce uniformemente nell'ambiente, ma i suoi “scarti” le particelle alfa si legano ad altre particelle (polveri sospese,pulviscolo atmosferico). La radioattività di questo gas dura 3,8 giorni, si misura in Becquerel (scienziato che collaborò con i coniugi Curie anch'egli premiato col premio Nobel) per metro cubo, e sta ad indicare il numero delle trasformazioni atomiche che avvengono al secondo per metro cubo d'aria.

La maggior parte del radon che inaliamo viene espirata prima che decada (ma una piccola quantità si trasferisce nei polmoni e nel sangue), mentre i prodotti di decadimento si legano alle pareti dell’apparato respiratorio e qui irradiano (tramite le radiazioni alfa) soprattutto le cellule dei bronchi.

Le particelle alfa liberate interagiscono con il DNA delle cellule, alterandone il normale funzionamento e dando vita al cancro dei polmoni. La concentrazione di radon in aria è generalmente molto bassa e varia tra 5 e 15 Bq/m3 mentre è più alta all'interno degli edifici. Studi effettuati da geologi e vulcanologi, come il famoso (per aver previsto il terremoto in Abruzzo) prof. Giuliani ipotizzano la teoria secondo cui l'aumento di emissioni di Radon, possa in alcuni casi essere precursore di un evento sismico.

L'OMS (Organizzazione Mondiale Sanità) ci informa che il rischio di cancro al polmone aumenta del 16% per ogni 100 Bq/m3 di concentrazione di radon e che sono compresi tra il 3 ed il 14% i casi di tumore polmonare assoggettabili alle sue radiazioni in tutta Europa.