Un’edilizia scolastica vecchia e ferma sugli storici problemi legati alla sicurezza: troppe le emergenze ancora irrisolte, pochi i passi avanti fatti. È preoccupante la fotografia scattata da Ecosistema Scuola 2012, il rapporto di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado di 96 capoluoghi di provincia.

La messa a norma delle scuole, come più in generale della maggior parte degli edifici italiani, resta il tallone d’Achille numero uno: quasi la metà degli edifici scolastici non possiede le certificazioni di agibilità, più del 65% non ha il certificato di prevenzione incendi e il 36% degli edifici ha bisogno d’interventi di manutenzione urgenti.

Senza contare che il 32,42% delle strutture si trova in aree a rischio sismico e un 10,67% in aree ad alto rischio idrogeologico.

Dall’indagine di Legambiente emerge che su 7.139 edifici scolastici di competenza dei comuni capoluogo di provincia presi in esame, circa il 60% è stato costruito prima del 1974, anno dell’entrata in vigore della normativa antisismica, mentre solo il 7% negli ultimi 20 anni. In particolare i nuovi edifici non sono costruiti secondo le tecniche sostenibili e innovative. Solo l'8,22% risulta costruito con criteri antisismici e lo 0,47% secondo criteri della bioedilizia. Sul fronte delle certificazioni, positivi i dati relativi alle porte antipanico (90,68%), alle prove di evacuazione (97,92%) e agli impianti elettrici a norma (82,38%).

Per quanto riguarda invece la differenza qualitativa del patrimonio edilizio delle diverse aree del paese, emerge che il 42,93% delle scuole del Sud e il 47,61% nelle Isole necessitano di interventi di manutenzione urgenti, maggiori di 10 punti percentuali della media nazionale; mentre le regioni del Nord e del Centro, rispettivamente con il 28,97% e il 24,79%, sono sotto la media nazionale.

Gli unici passi avanti fatti dalle scuole riguardano la sostenibilità e il monitoraggio dell’amianto: per l’amianto nel 2011 sono stati, infatti, 92,31% i comuni che hanno effettuato i controlli in questione e sono in crescita le azioni di bonifica al 3,10% contro il 2,58% del 2010. Resta, invece, bassa l’attenzione per il radon, che viene monitorato solo dal 32,5% delle amministrazioni.

Stesso discorso per le fonti d’inquinamento ambientale esterne come elettrodotti, emittenti radio televisive, antenne dei cellulari.

“In questi tredici anni di indagine di Ecosistema Scuola – spiega Vanessa Pallucchi di Legambiente - abbiamo visto crescere la consapevolezza dell'importanza dell'edilizia scolastica come infrastruttura strategica del nostro Paese. Occorre andare oltre l'emergenza per parlare di come devono essere le nostre scuole del futuro: sicure, in classe energetica A, belle, educative e aperte al territorio. Per questo proponiamo che sia attivato un tavolo nazionale, che veda Ministero, Enti locali e soggetti della società civile mettere insieme le loro esperienze e la loro sensibilità per definire delle linee guida comuni verso le quali indirizzare la programmazione degli interventi e le risorse destinate ai nostri edifici scolastici.

Per superare le attuali situazioni di emergenza, soprattutto presenti nel meridione d’Italia, riteniamo inoltre prioritario svincolare dal patto di stabilità gli interventi destinati alla messa in sicurezza delle scuole”.