Gli scienziati del JetPropulsion Laboratory della NASA dislocato a Pasadena hanno reso notoche dai rilevamenti satellitari effettuati risulta che la forestapluviale amazzonica versa in uno stato di gravissimo degradoambientale causato dal cambiamento climatico. La porzione di forestache sarebbe al momento interessata da un fenomeno di forte siccità,che ha avuto inizio circa otto anni fa, occupa un'area vasta comedue volte la California, più di 840 mila Kmq dunque. Per rendersiconto delle proporzioni del disastro ambientale in atto èsufficiente ricordare che la superficie dello Stato italiano è dipoco superiore ai 301 mila Kmq.
La carenza d'acqua haavuto inizio nel 2005 e in questi otto anni ha causato danni di granlunga superiori a quelli che erano stati anticipati dalle stimeprevisionali. Inoltre, secondo le previsioni, il fenomeno della siccitàsarebbe dovuto terminare già da tempo, mentre in pratica è statoaggravato da una ulteriore crisi verificatasi nel 2010 che hafavorito il perdurare degli effetti fino ad oggi. Secondo gliscienziati di Pasadena la siccità nel 2005 sarebbe stata causata dalriscaldamento prolungato della superficie dell'oceano Atlanticotropicale: quello stesso fenomeno che causò gli uraganiKathrina e Rita.
Sassan Saatchi,scienziato della NASA presso il Jet Propulsion Laboratory, haprecisato che "la struttura e le funzioni dell'ecosistemapluviale della foresta amazzonica - se perdura questa situazione disiccità e non si fa nulla per contrastare il cambiamento climatico - rischiano di subire un'alterazione definitiva".
La gravitàdi questa situazione dovrebbe mettere in allarme l'intera comunitàinternazionale: tutti ormai difatti sappiamo che la forestaamazzonica rappresenta il più importante polmone verde del nostropianeta.