La Tares, nuovatassa sui rifiuti introdotta quest'anno, costerà alle famiglie il 29% in più rispetto alle vecchieTarsu (Tassa asporto rifiuti solidi urbani) e Tia (Tariffa igiene ambientale).Ad affermarlo è la Cgia di Mestre,che ha fatto i conti in tasca ai comuni della penisola. Il risultato non èincoraggiante per gli italiani: l'imposta costerà almeno 1,9 miliardi di euro in più. Il gettito complessivo a carico dellefamiglie e delle imprese sarà di almeno 8 miliardi.
Il motivo? Il legislatore, spiega la Cgia, ha stabilito chela Tares servirà anche per finanziare i cosiddetti servizi indivisibili prestati dagli enti locali, vale a dire queiservizi comunali di cui beneficia l'intera collettività ma per i quali non èpossibile effettuare una suddivisione in base alla percentuale di utilizzo: perquesta voce, il costo aggiuntivo peril contribuente è di 30 centesimi almetro quadrato (che potrà essere innalzato dai comuni fino a 40 centesimi).
Ecco gli effetti economici su tre tipologie di unitàimmobiliari, prese ad esempio, se la norma non verrà modificata. Su uncapannone di 1.200 mq l'aggravio sarà di 1.133 euro (+22,7%); su un negozio di 70 mq l'asporto dei rifiuticosterà 98 euro in più (+19,7%); su un'abitazione civile di 114 mql'applicazione della Tares comporterà un aumentodi spesa di 73 euro (+29,1%).
"Come è possibile – è il commento del segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – subire questiaumenti quando negli ultimi cinque anni di crisi economica la produzione deirifiuti urbani è diminuita del 5% el'incidenza della raccolta differenziata,che ha consentito una forte riduzione dei costi di smaltimento, è aumentata del 30,5%?".