Il riconoscimento mondiale all'Italia della propria naturale bellezza è indubbiamente rappresentato dal numero maggiore dei siti patrimonio Unesco che detiene.

Le bellezze naturali e le tradizioni culturali, artistiche e paesaggistiche dei 50 siti italiani riconosciuti dal 1979 (Incisioni rupestri in Valcamonica) all'ultimo di questo anno (Langhe Roero e Monferrato in Piemonte), non destano così tanto interesse, a mio parere, sia come scelte politiche che come possibili investimenti produttivi.

Mi verrebbe da pensare ad un turismo programmato che lega percorsi e visite di questi luoghi con soggiorni ed assistenza specialistica che abbia la capacità di far cogliere l'essenza delle culture e delle tradizioni legate nei tempi a questi posti che altri ci invidiano di possedere e che noi non conosciamo e ci ostiniamo a non voler pubblicizzare nel mondo.

Noi preferiamo andare a visitare le cascate del Niagara, la Sirenetta di Copenaghen, Stonehenge mentre non conosciamo il nostro patrimonio e questo è il risultato di una mancata preparazione scolastica di base che dovrebbe essere orientata a valorizzare la storia e la ricchezza ambientale nazionale.

Sperando che la nuova ventata di cambiamento che pare stia attraversando l'Italia nel recente periodo, dia sufficiente spazio al naturale patrimonio della "bella Italia", ci auguriamo che vengano avviati quei meccanismi che attirino finanziamenti per produrre iniziative di lavoro per i giovani che hanno necessità e voglia di proporsi, gustare e propagandare l'immagine di una nazione diversa.