Pare davvero una di quelle scene tragicomiche di Totò. Nel momento in cui le agenzie giornalistiche battono il comunicato dell'Autorità per l'Energia che annuncia l'aumento delle tariffe di luce e gas con decorrenza 1/10/2014, la ministra dello Sviluppo Economico Guidi il 30 settembre si presenta in Senato con l'informativa "sull'impatto economico per le imprese nazionali in relazione alle sanzioni commerciali della Federazione russa nei confronti dell'Unione europea" con un contenuto poco circostanziato e, quindi, scarsamente rassicurante. Da mister Putin in Italia giunge circa il 50% di gas e non è poco.

E sebbene il governo italiano non abbia imparato un granché dalla situazione libica (già fornitore da vecchia data), che ha dato una mano ad affossare l'economia italiana e ad affannarsi a cercare altrove l'idrocarburo, poco e nulla viene fatto per parare, concretamente, il calo della fornitura di gas. Anzi, per ritornare a Totò, la ministra Guidi ha voluto assicurare i senatori presenti all'audizione con aria trionfante il fatto che "una nota molto positiva viene anche dagli stoccaggi poiché il livello di riempimento di quelli italiani è alto (quasi il 94% dell'insieme che viene offerto al mercato) e si prevede di raggiungere entro la fine di ottobre il volume di 11,4 miliardi di metri cubi di stoccaggio commerciale, che si andranno ad aggiungere ai 4,6 miliardi di metri cubi di riserva strategica esistenti".

Sembrerebbe evidente, con questi numeri e senza avere la bacchetta magica, che la ministra Guidi non abbia il senso del tempo oppure immagina una stagnazione della produzione industriale bloccata sine die. Mentre coscienziosamente aggiunge, in un passaggio della lettura della nota, che non si possono escludere ulteriori aumenti del prezzo del gas importato da altri paesi.

Sostanzialmente se l'autonomia, per fronteggiare lo stop della fornitura del gas russo è di tre mesi, si sta parlando di bruscolini, ossia pagliuzze. A questo punto c'è davvero da augurarsi che la Russia e l'Ucraina si mettano d'accordo per conto proprio, confidando -relativamente- sulla politica estera europea.

Il senatore Marino ha ribadito che la strada delle ritorsioni non è quella maestra.

E sarebbe opportuno rimettere in cantiere le trattative diplomatiche. Il senatore Compagnone è, invece, del parere che la Russia avrà la capacità di trovare altri propri sbocchi commerciali in barba alle sanzioni Ue. Per esempio, canali commerciali come la Turchia, la Cina, Brasile. Lasciando, soprattutto, le imprese italiane a secco e le famiglie al buio ed al freddo. Ed a proposito di gas si rammenta che non molte famiglie italiane sono a conoscenza che hanno diritto ad un bonus. Di questi tempi sarebbe opportuno attivarsi.