Le associazioni ambientaliste salentine maggiormente impegnate nella tutela degli alberi di olivo interessati dal Codiro (complesso di disseccamento rapido dell'olivo), capeggiate dal Csvs (Centro servizi volontariato Salento) di Luigi Russo, hanno raccolto in tempi rapidi 20 mila firme per fermare l'attuazione del piano Silletti, dal nome del commissario straordinario all'emergenza Xylella, Giuseppe Silletti, inviato dal governo per fermare l'epidemia della xylella fastidiosa che starebbe infestando, da almeno quattro anni, le campagne del Salento.

Le firme con l'allegata petizione, sono state inviate dagli ambientalisti salentini alla Regione Puglia, al governo centrale e soprattutto, al presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. La Commissione Ue, infatti, sta decidendo in questi giorni di un'ulteriore "perfezionamento" del piano di contrasto al batterio killer degli ulivi, che sarebbe - secondo indiscrezioni riportate in questi giorni dai principali organi di stampa pugliesi (come La Gazzetta del Mezzogiorno e Nuovo Quotidiano di Puglia) - in procinto di estendere la prevista eradicazione dalle sole piante ritenute infette sino a tutte le piante presenti, anche sane, presenti nel raggio di cento metri dagli ulivi malati.

Un piano siffatto, se adottato, comporterebbe una vera e propria desertificazione, tanto che verrebbero abbattute milioni di piante. Un vero e proprio attentato all'ecosistema salentino, che non solo si vedrebbe privato di piante fondamentali per l'economia locale, ma che verrebbe anche pesantemente intaccato dall'uso di pesticidi ritenuti necessari per debellare la malattia.

Gli ambientalisti dunque chiedono di fermare l'attuazione del piano che, secondo Silletti, prevederebbe l'abbattimento non di un milione di piante - come denunciano ambientalisti ed agricoltori - bensì di poche migliaia. Negli scorsi giorni sono state abbattute le prime piante nelle campagne di Oria, nel brindisino ed altre attendevano di fare la stessa fine a Veglie, vicino Lecce, ma gli abbattimenti sono stati fermati da un gruppo di attivisti.

Russo e gli altri sostengono che non vi sono prove scientifiche certe che gli essiccamenti degli ulivi siano determinati dal batterio della xylella fastidiosa, e che anzi i fattori potrebbero essere diversi, non ultimi i funghi che si creano sui tronchi delle piante di ulivo. Gli ambientalisti, inoltre, ritengono che il virus della xylella sia stato diffuso artatamente nelle campagne salentine dall'Istituto Agronomico Mediterraneo di Bari al fine poi di assoggettare le distese di ulivi a trattamento con farmaci prodotti da multinazionali. Ciò che è più grave è che vi sarebbe un piano di stravolgimento del paesaggio salentino tale per cui le campagne interessate dall'eradicazione potrebbero subire un mutamento di destinazione e diventare, per esempio, suoli edificatori tali da suscitare gli appetiti di speculatori senza scrupoli. Su tali ipotesi indaga la Procura della Repubblica di Lecce.