Le nuove regole impongono misurazioni eseguite su strada in condizioni di guida reale ai test di laboratorio fatti su dinamometri a rulli, da tutti considerati irrealistici e facili da circuire. Ma, se da una parte la Commissione ha imposto regole efficaci e cogenti nella rilevazione dei limiti di emissione degli ossidi di azoto NOx che da settembre 2014 per i diesel Euro 6 sono di 80 mg/km, dall'altra ha lasciato alle case automobilistiche una certa flessibilità per adattare la loro flotta ai limiti di legge.
La nuova tempistica
Per fattore di conformità si intende la differenza fra i limiti di emissione legali quando vengono misurati in condizioni di laboratorio e i valori misurati con la procedura RDE - Real Driving Emissions - quando la vettura viene condotta da un automobilista reale su una strada reale.
A partire da settembre 2017, i costruttori di nuovi modelli approvati devono “ridurre la discrepanza nel fattore di conformità al massimo a 2.1”, con lo stesso fattore applicabile due anni dopo a tutte le nuove vetture.
Analogamente, a partire dal 2020, la discrepanza viene ridotta a 1.5 per i nuovi modelli mentre, a partire da gennaio 2021 il limite si applica a tutti i veicoli.
In altre parole, per altri cinque anni le nuove auto possono emettere fino al 110% in più di gas nocivi NOx misurati su strada rispetto al limite legale – facciamo presente che questo fattore è più alto del valore di 70% che le case automobilistiche avevano indicato in precedenza come necessario per adeguarsi ai nuovi test. In seguito, dal 2020 in poi, tutti i veicoli possono emettere il 50% in più dei valori legali, senza limite di tempo.
Reazioni dei media
Le reazioni in Europa vanno dal neutrale allo sbalordimento. Il Financial Times, di solito obiettivo e pacato, ha dichiarato nel suo titolo di testa che l'annuncio “indebolisce la struttura di valutazione delle emissioni automobilistiche” a dispetto delle regole più severe in vigore negli Stati Uniti.
Questa azione ha ”inaspettatamente regalato ai costruttori un margine addizionale per smontare l'impianto delle regole Europee sulle emissioni dannose.” Inoltre, le nuove regole “hanno creato confusione nelle aspettative che i legislatori avrebbero concordato un quadro di riferimento rigido” sulle procedure di misura delle emissioni, dopo gli echi a livello globale dello scandalo Volkswagen.
Reuter riferisce che questa decisione “ha ammorbidito la proposta fatta dalla Commissione Europea, braccio esecutivo dell'Unione Europea, dopo che molti dei 28 stati membri dell'EU avevano chiesto più flessibilità per proteggere l'industria automobilistica.” Secondo quanto riferito da numerose fonti, solo l'Olanda, unica fra i 28 membri, ha votato contro la revisione delle regole.
Per concludere, il FT scrive che “questa mossa aumenterà la percezione che l'Europa considera il problema delle emissioni meno seriamente di quanto fanno gli Stati Uniti.” Va però detto che negli USA il mercato del diesel è nettamente secondario e marginale rispetto ai motori a benzina, ed è quindi normale che le lobby americane spingano per regole di contenimento delle emissioni più favorevoli al benzina che non al diesel.