Il Regno Unito rilancia la sfida allo spreco alimentare. Dopo Freemarket, dove si fa la spesa gratis in cambio di pubblicità sui social network, era scattato Wefood, il banco di Copenaghen che mette in vendita a metà prezzo cibi con le confezioni ammaccate. In seguito altri paesi europei come Francia e Italia hanno promulgato vere leggi contro lo spreco alimentare. Ora, la nuova frontiera è proprio non sprecare. A questo proposito la britannica The Real Junk Food Project, l'organizzazione che gestisce l'iniziativa, suggerisce non buttare via nulla e rendere felici non solo i bisognosi, ma tutte le persone che vogliono aderire al loro progetto.

Com'è possibile?

Da un lato, mettendo a disposizione ogni donazione ricevuta dall'intera filiera alimentare: orti, mercati, ristoranti, bar e in alcuni casi anche dalle agenzie pubblicitarie. E dall'altro dimostrare che buona parte del cibo che finisce nella pattumiera ha un valore e che spesso sia sicuro nonostante sia vicino alla scadenza. Un po' come succedeva all'Expo di Milano e nella versione inglese di People Supermarket, dove cuochi rinomati preparavano squisiti piatti con alimenti prossimi alla scadenza.

La sfida dell'organizzazione The Real Junk Food

L'organizzazione senza scopo di lucro The Real Junk Food Project che ha aperto il primo “Supermercato anti spreco” a Pudsey, vicino a Leeds in Inghilterra, ha lasciato libera iniziativa ai clienti.

Questi potranno decidere in totale autonomia quanto sborsare per gli acquisti di cibo scaduti o prossimi alla scadenza ufficiale riportata sull'etichetta, oppure saldare il conto effettuando qualche ora di volontariato presso una struttura a scelta. Volendo vi è una terza opzione: prelevare il necessario senza pagare nulla.

La The Real Junk Food Project e tutte le altre ONG intendono sensibilizzare i consumatori e l'opinione pubblica circa l'enorme spreco di alimenti e di risorse economiche che si registrano nella produzione, nel trasporto, nello stoccaggio, nella preparazione e negli avanzi del cibo.