Si è conclusa questa notte la #Cop 22, la storica Conferenza Onu sul Clima che ha avuto il via a Marrakech l’8 novembre 2016. L’incontro ha visto la definizione finale di due obiettivi fondamentali: l’istituzione del Fondo Verde per il sostegno dei paesi in via di sviluppo e la definizione del regolamento di attuazione dell’Accordo di Parigi sul clima entro dicembre 2018.
Proprio l’Accordo di Parigi, che aveva visto la condivisione unanime da parte dei 196 paesi della volontà di mantenere il global warming entro i 2 gradi dai livelli pre-industriali e possibilmente entro entro 1,5 gradi, è stato la premessa fondamentale e l’avvenimento imprescindibile per la realizzazione dell’incontro di Marrakech.
I punti chiave
L’ultima Conferenza Onu, nello specifico, ha visto definizione di provvedimenti e procedure. Il regolamento da approvare entro il 2018 dovrà stabilire come i 196 paesi saranno tenuti a monitorare i loro interventi per la riduzione dei gas serra (Nationally Determined Contributions), interventi già considerati insufficienti dall’Agenzia dell’Onu per l’Ambiente (UNEP), visto l’ambizioso proposito fissato con l’Accordo di Parigi.
Nel testo finale è stato richiesto agli Stati ricchi di collaborare per l’istituzione, entro il 2020, del Green Climate Fund che vedrà lo stanziamento di 100 miliardi di dollari l’anno per il sostegno dei paesi meno sviluppati ma in prima linea nella lotta contro il riscaldamento terrestre.
Il Green Climate Fund, per quanto possa essere sinonimo di cooperazione e solidarietà, sembra essere la questione più ardua: se da una parte i paesi finanziatori vogliono esercitare il diritto di monitorare l’uso dei fondi forniti ai paesi meno sviluppati, dall’altra questi ultimi non hanno intenzione di ammettere interferenze nelle proprie politiche.
La questione Trump
Sono ormai note le idee del neo eletto presidente degli Stati Uniti d’America che più volte ha dimostrato scetticismo nei confronti della questione climatica. Il tycoon aveva dichiarato con un cinguettio che il global warming è “una bufala inventata dai cinesi per minare la competitività dell'industria americana" e anzi aveva aggiunto che “il Pianeta in realtà si sta congelando”.
Salaheddine Mezouar, ministro degli Esteri marocchino e presidente della Conferenza, ha infatti affermato: “Noi contiamo sul suo pragmatismo, così come sul suo impegno verso lo spirito della comunità internazionale, in una lotta immane per il nostro futuro, per il pianeta, per l'umanità e la dignità di milioni di persone. E' per quello che il nostro pianeta sarà domani, e per quello che noi ci lasceremo dietro". A lui si è accodato il premier delle Isole Fiji, Frank Bainibarama, che ha invitato Donald Trump nelle Isole di cui è alla guida "per vedere gli effetti delle tempeste sempre più forti e dell'innalzamento del livello del mare" per cui si rischia che esse vengano sommerse dall’acqua proveniente dallo scioglimento dei ghiacciai.
Italia in prima linea
Durante la trasmissione “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio1, il presidente della Regione Sicilia Rosario Crocetta, ha affermato: "Tutte le regioni che erano presenti alla Conferenza sul Clima COP22, a Marrakech, hanno condiviso la mia proposta di fare, verso la metà del luglio prossimo, a Palermo,il Cop Med, conferenza che vedrà coinvolte tutte le regioni del Mediterraneo, con circa 400 delegati, per discutere di cambiamenti climatici". Sarà quindi Palermo il prossimo teatro di incontri su cui si dibatterà sulla questione climatica.