Un fiume di ferro incandescente di oltre 400 chilometri di larghezza scorre sempre più veloce sotto i nostro piedi, a 3 mila chilometri di profondità. La straordinaria scoperta dei ricercatori dell'Università di Leeds, nel cuore dell'Inghilterra, è stata possibile grazie a una sofisticata radiografia della Terra prodotta dai satelliti Swarm dell'Agenzia spaziale europea. Secondo il rapporto pubblicato dalla rivista Nature Geoscience la spettacolarità delle riprese risiede nel distinguere la velocità della corsa del fiume, circa 40 chilometri all'anno.
Un mare di ferro rovente che scorre sotto le rocce dell'Alaska e della Siberia e si sposta verso ovest a una velocità tre volte superiore a quella del nucleo esterno della Terra.
Il fiume invisibile
Questa forte corrente incandescente scorre nel nucleo esterno della Terra, quindi uno strato fluido di oltre 2000km di spessore composto da materiale ferroso che si trova tra il nucleo solido della Terra e il mantello. La temperatura di detto strato di ferro e solfuro di ferro potrebbe oscillare tra i 3000 Kelvin delle zone più esterne ai 6000 Kelvin della parte più vicina al nucleo solido. Per onore di cronaca 6000 K equivale a 5.726,85º C.
La corrente scoperta risulta aver triplicato la propria velocità negli ultimi quindici anni.
Tuttavia, si tratta di una velocità tre volte superiore a quella del nucleo esterno e fortunatamente anche a “un'infinità” di volte più veloce rispetto al movimento delle placche tettoniche.
Il progetto Swarm
La missione Swarm, promossa dall'Agenzia spaziale europea (Esa), utilizza tre satelliti identici per lo studio delle variazioni del campo magnetico terrestre.
Il lancio degli Swarm A, B e C è avvenuto nel novembre 2013, e viaggiando intorno al nostro Pianeta a diverse altitudini posso perfettamente monitorare il cuore della Terra.
-”Dobbiamo aspettarci ulteriori sorprese. Il campo magnetico terrestre cambia continuamente e questo potrebbe modificare ulteriormente la direzione della corrente”- sostiene lo scienziato norvegese Rune Floberghagen, responsabile della missione.