Nella costellazione dell'Acquario sono state scoperte, a quarant'anni luce dalla nostra Terra, sette corpi celesti simili al nostro pianeta, orbitanti intorno a una stella chiamata Trappist-1. Già un anno fa era stata data la notizia sulla rivista Nature, di tre esopianeti che giravano intorno alla stella nana (Trappist-1), caratterizzata da bassissime temperature, molto più piccola e meno luminosa del Sole. A distanza di un anno e grazie al persistere degli obiettivi telescopici puntati sulla loro presenza, compreso quello della NASA chiamato Spitzer, giorni addietro è stata scoperta la presenza di altri quattro esopianeti vicinissimi fra loro e la stella nana.

Il sistema utilizzato dagli astronomi per rivelarli, si è basato sulle variazioni date dalla fosforescenza della stella, perché ogni volta che un pianeta passa davanti ad essa, la sua luce diminuisce d'intensità rivelandone la presenza.

Stephen Hawking: cercare vita su esopianeti

"In un universo infinito, dev'esserci altra vita" diceva il cosmologo, astrofisico e matematico inglese Stephen Hawking, padre teorico dei buchi neri, quando augurava al mondo di trovare nuova vita fra le stelle e nuovo impegno verso la conoscenza. La scoperta fatta dalla Nasa sembrerebbe dargli ragione e potrebbe essere questa la domanda che verrà sovente, per anni o decenni, chiedendosi se ci sarà vita fuori dal nostro sistema solare.

Per adesso la domanda è in forse, in quanto i dati della scoperta degli esopianeti rivelerebbero le seguenti similitudini con la Terra: possibile presenza d'acqua, massa, dimensioni e potrebbero essere composti di roccia. Tre di questi pianeti, denominati "e, f, g", avrebbero temperature moderate e sarebbero ricoperti in parte da "oceani d'acqua sul suolo".

Esopianeti come la Terra

Gli elementi raccontati potrebbero sostenere che in questi esopianeti gemelli c'è vita e che sarebbe possibile la nascita di una nuova Terra, se non fosse per il mezzo miliardo di chilometri che ci distanzia dalla loro stella. Per adesso non è ancora certo quale sia la loro struttura e come sia il sistema solare che ai nostri occhi sembra così familiare; quel che è certo è che il prossimo anno la Nasa indirizzerà su di esso lo sguardo di "James Webb Space Telescopy" e solo allora potremo conoscere la sua temperatura, le emissioni termiche e la composizione dell'atmosfera che potrebbe rivelare la vita.