Come si sa da tempo, il 45° presidente degli Stati Uniti d'America, il miliardario Donald Trump, non ha mai sposato la causa ambientalista. In questi ultimi tempi però, sta cercando di portare avanti con maggiore insistenza l'idea che il riscaldamento globale non sia un reale problema. Stando ad una sua dichiarazione, il fenomeno sarebbe addirittura un'invenzione dei cinesi "per rendere le aziende americane meno competitive". In sintesi, il pensiero di Trump è che le imprese statunitensi, dovendo attenersi a rigide regolamentazioni a favore dell'Ambiente, risultano poco concorrenziali sul mercato rispetto a quelle aziende che, invece, non le devono seguire.

L'approccio di Trump al piano energetico di Obama

Solo pochi mesi fa, Trump ha emanato un ordine esecutivo atto a rivedere e smantellare il piano per l'energia pulita fortemente voluto dal suo predecessore Barack Obama. La revisione del piano energetico, infatti, prevede l'eliminazione dei limiti alle emissioni di anidride carbonica prodotte dagli impianti alimentati a carbone.

Così facendo, gli Stati Uniti non rientreranno nella strategia di riduzione delle emissioni stabilita dall'Accordo di Parigi del dicembre 2015.

Cosa prevede l'Accordo di Parigi

L'Accordo di Parigi, firmato da ben 195 Stati, prevede di:

  • mantenere l'aumento medio della temperatura mondiale al di sotto dei 2° come obiettivo a lungo termine, meglio ancora se non si dovesse superare il limite di 1,5°.
  • ridurre le emissioni globali di CO2 in tempi piuttosto ristretti, grazie al ricorso alle tecnologie scientifiche ad oggi disponibili.

Gli Stati che hanno sottoscritto l'Accordo si riuniranno ogni cinque anni, stilando dei resoconti sull'andamento e sugli eventuali miglioramenti legati agli interventi stabiliti.

Ed è proprio su questo punto che Trump sembra essere deciso a fare un passo indietro: con un tweet di poche ore fa, ha dichiarato che prenderà una decisione al riguardo nei prossimi giorni. Ecco il post pubblicato su Twitter:

Se Trump dovesse ritirare il suo Paese dall'Accordo, gli Stati Uniti si aggiungerebbero a Siria e Nicaragua come Stati non firmatari.

Gli Stati Uniti sono secondi per emissioni di CO2

Qualora vi fosse una marcia indietro da parte degli USA, uno degli aspetti più inquietanti risiede nel dato che vede gli Stati Uniti, nonostante le limitazioni in vigore, al secondo posto nella graduatoria delle emissioni di anidride carbonica.

Scendendo nel dettaglio, il Paese guidato da Trump, da solo causa un innalzamento della temperatura compreso tra 0,1 e 0,3 gradi l'anno: cosa potrebbe accadere, dunque, se si decidesse di non rispettare più gli attuali parametri che, di per sé, non risultano nemmeno sufficientemente efficaci?

Nel generale fermento che la notizia sta causando in queste ore, non resta che aspettare qualche giorno per scoprire quale sarà la decisione del presidente degli Stati Uniti.